Diciotto procuratori generali di vari stati democratici contro Trump per aver “eliminato” lo Ius Soli. Il ricorso che annuncia una lunga guerra
Diciotto procuratori generali di Stati e città governati dai Democratici hanno fatto ricorso contro lo stop allo Ius Soli contenuto in uno degli ordini esecutivi firmati lunedì dal presidente Donald Trump. Si tratta del primo passo di quella che promette di essere una lunga battaglia legale sulle politiche sull’immigrazione tra la Casa Bianca e i vari stati federali. Tutto si gioca sulla violazione del quattordicesimo emendamento della Costituzione, che garantisce il diritto costituzionale alla cittadinanza a tutti i cittadini nati negli Stati Uniti. «Nonostante gli ampi poteri del Presidente di stabilire la politica sull’immigrazione, tuttavia, l’ordine di revoca della cittadinanza esula ampiamente dai limiti legali dell’autorità del Presidente», si afferma nel ricorso. Ed in effetti è così. Servirebbe una modifica costituzionale e la valutazione del Congresso per rendere il divieto allo Ius Soli davvero effettivo.
«Non è un Re, non può riscrivere la Costituzione»
La denuncia, riporta il New York Times, è stata depositata presso la Corte distrettuale federale del Massachusetts, ed è stata accolta dalle città di San Francisco e Washington DC. Gli stati ricorrenti considerano il tentativo del signor Trump di limitare la cittadinanza per nascita come «straordinario ed estremo», ha sostenuto il procuratore generale del New Jersey Matthew J. Platkin, che ha guidato lo sforzo legale insieme ai procuratori generali della California e del Massachusetts. «I presidenti sono potenti, ma lui non è un re. Non può riscrivere la Costituzione con un colpo di penna», ha dichiarato. La cancellazione dello Ius Soli voluta da Trump non colpisce solo i futuri bambini nati da immigrati clandestini che non saranno più trattati come cittadini. L’ordine si estenderebbe, riporta il NYT, anche ai figli di alcune madri presenti nel paese legalmente ma temporaneamente, come studenti stranieri o turisti.