Milano, traffico di migranti alla stazione dei bus di Lampugnano: i controllori minacciati, i biglietti falsi, le istruzioni ricevute in Tunisia
Partivano da Milano per andare verso le grandi città europee di Francia e Germania. Salivano sugli autobus che fermano alla stazione di Lampugnano con il biglietto intestato a qualcun altro e viaggiavano con la complicità degli autisti compiacenti. Sono questi gli elementi principali di un’inchiesta su un presunto traffico di migranti che ha portato all’arresto di due autisti e altre cinque persone con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione pluriaggravato.
I biglietti clandestini a Lampugnano
Secondo quanto ricostruito, gli autisti avrebbero concesso ai passeggeri clandestini di viaggiare senza controllare i loro biglietti. I pass con il nome falso costavano dai 100 ai 250 euro, con i ticket che potevano arrivare anche a 500 euro e sarebbero stati “acquistati” da decine di persone tra settembre 2022 e marzo 2024. I passeggeri erano migranti di ogni età. Uomini, donne e bambini che una volta affrontata la traversata nel Mediterraneo partendo dall’Africa, o quella che dall’Asia porta in Italia attraverso i Balcani, cercavano di lasciare il nostro Paese per dirigersi verso altri Stati europei, in particolare Francia e Germania.
Le minacce ai controllori
Secondo quanto ricostruito, alcuni autisti coinvolti avrebbero minacciato e aggredito fisicamente i controllori che si rifiutavano di chiudere un occhio sui biglietti falsi. Tra questi, secondo la denuncia di uno di loro, anche uno dei due arrestati. Collegata ai viaggi clandestini ci sarebbe anche una serie di furti di documenti, sottratti a ignari passeggeri che transitavano nella stazione milanese e poi modificati. Nell’ambito dell’indagine a cui lavorano la polizia locale di Milano e la polizia di frontiera per i settori di Bardonecchia e Aosta coordinate dalla procura di Milano sono anche stati perquisiti gli uffici di tre compagnie di autobus che collaborano con Flixbus e BlaBlaCar, ritenute estranee alla vicenda.
L’hub di Lampugnano famoso in Tunisia
Un minore tunisino fermato a marzo 2023 ha dichiarato agli inquirenti che il sistema di trasporto illegale era noto già in Tunisia e che l’hub di Lampugnano era un punto di riferimento per i migranti in arrivo. Informazione di cui aveva trovato ulteriore conferma nell’hotspot per migranti di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone. Gli interrogatori di garanzia degli arrestati di fonte al giudice per le indagini preliminari Fabrizio Filice dovrebbero svolgersi nei prossimi giorni. L’inchiesta, tuttora in corso, vede in totale una sessantina di persone indagate.
Flixbus: «Siamo anche noi vittime, sono anni che denunciamo»
La compagnia tedesca di bus Flixbus, che serve la stazione di Lampugnano, è intervenuta sulla vicenda. «Collaboriamo con le autorità per fare in modo che queste indagini possano portare a una pronta risoluzione dei problemi rilevati all’autostazione di Lampugnano, essendo direttamente vittime di tale situazione», si legge nella nota dell’azienda a commento dell’inchiesta, «da anni denunciamo le condizioni in cui versa l’autostazione di Lampugnano e la necessità di maggiori presidi delle forze dell’ordine per tutelare la sicurezza del personale di bordo delle compagnie e di chi viaggia. Nello specifico, abbiamo instaurato un dialogo continuativo con l’amministrazione sottoponendo segnalazioni formali alla Prefettura e al Comune di Milano, richiedendo maggiori controlli sino a presentare una denuncia-querela presso il Commissariato di Polizia e la Procura. Per migliorare la situazione, abbiamo inoltre deciso di investire in personale di sicurezza dedicato».
Foto di repertorio: ANSA/Andrea Fasani