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Le sei modifiche di Mattarella al ddl Sicurezza e la scelta di Meloni per incassare il sì prima possibile

Vertice di maggioranza a palazzo Chigi, obiettivo andare in aula al Senato prima possibile. L'ipotesi di votare senza relatore, per far cadere tutti gli emendamenti dell'opposizione

Nuova accelerazione per il Ddl sicurezza, dopo la scelta di dividere questo intervento dall’eventuale riforma dell’iscrizione al registro degli indagati per gli agenti di pubblica sicurezza (includendo, molto probabilmente, anche altre categorie, come ha accennato il ministro della Giustizia Carlo Nordio). Il vertice di maggioranza di questa mattina, convocata dal sottosegretario Alfredo Mantovano – su delega della premier Giorgia Meloni – coi ministri della Giustizia, degli Interni Matteo Piantedosi, dei rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, e oltre a loro il sottosegretario Nicola Molteni, e i presidenti delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato, Alberto Balboni e Giulia Bongiorno, e il capogruppo di FI Maurizio Gasparri, ha dato l’indicazione di correre ancora di più. Visto che il testo è ora in commissione al Senato, appunto, una possibilità potrebbe essere bloccare la discussione e andare in aula senza relatore. Decadrebbero tutti gli emendamenti, in particolare le migliaia presentate dall’opposizione e sarebbe poi il governo a presentare le riformulazioni su alcuni punti. «Non sarà stravolto il testo» hanno fatto sapere dalla maggioranza, anche se l’indicazione è ancora quella di ascoltare le indicazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, almeno su cinque punti (ma secondo indiscrezioni sarebbero persino sei).

Le modifiche

Prima di tutto, il divieto di vendere agli immigrati irregolari le sim telefoniche: quali che ne siano le motivazioni, ciò impedirebbe di comunicare con le famiglie perfino ai minorenni che, purtroppo, arrivano da soli in Italia. Non piace al Colle neppure la norma che consente di detenere in carcere le donne incinte o quelle che hanno figli di età inferiore ai dodici mesi e, sempre parlando di carcere, una forte perplessità suscita anche la resistenza passiva agli ordini delle autorità. Il divieto di manifestare contro le grandi opere e le infrastrutture strategiche va circostanziato, dice ancora il Quirinale, e un maggior bilanciamento si attende pure tra nel reato che viene introdotto dal Ddl di lesioni a pubblico ufficiale, con la previsione di qualche attenuante. Pare poi che il Colle abbia chiesto anche di eliminare la possibilità che a collaborare con gli 007, tra le amministrazioni pubbliche, debbano essere anche le Università, ma su questo punto i segnali della maggioranza non sono del tutto chiari. La priorità sembra però fissata: correre, correre, correre.

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