Rosa Vespa e Aqua Moses: chi sono i due accusati di aver rapito la neonata Sofia Cavoto a Cosenza
Sono moglie e marito e si chiamano rispettivamente Rosa Vespa e Aqua Moses le due persone accusate di aver rapito la neonata Sofia Cavoto, appena un giorno di vita, dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza. E lo avrebbero fatto perché lei non può avere figli. Vespa, 51enne residente a Cosenza, è entrata nella clinica travestita da infermiera. Moses, 43enne di origini senegalesi, l’avrebbe aiutata. I due sono accusati di sequestro di persona in concorso. La neonata è stata presa intorno alle 18,30. La coppia è stata bloccata dopo circa tre ore nei pressi di Castrolibero.
I festeggiamenti
L’agenzia di stampa AdnKronos racconta che secondo quanto trapela da fonti investigative all’arrivo delle forze dell’ordine all’interno dell’appartamento della coppia a Castrolibero, erano in corso i festeggiamenti, con tanto di banchetto, per la nascita del bambino. Ad attendere il loro arrivo in casa i parenti, ignari del rapimento. La donna avrebbe simulato per 9 mesi la gravidanza, raccontando ai familiari di essere in attesa di un maschietto e di essere stata trattenuta nella clinica alcuni giorni in più del previsto per degli accertamenti. Tutto era stato organizzato nei dettagli. La bimba era stata vestita di azzurro e gli allestimenti della festicciola erano di colore blu, proprio come se il nascituro fosse di sesso maschile.
La gravidanza simulata
I due sono stati portati in questura, ascoltati dal pm di turno Antonio Bruno Tridico e poi trasferiti in carcere. Rosa Vespa ha detto ai parenti di essere tornata in clinica per gli accertamenti di routine e che ieri sarebbe tornata a casa con il marito e il piccolo. Dal racconto agli inquirenti sono emersi particolari sull’ossessione di avere un figlio e sulla finta gravidanza. La donna è entrata in clinica nell’orario previsto per le visite al pubblico. Fondamentali per le indagini sono state le immagini delle telecamere di videosorveglianza della clinica. Che hanno consentito di individuare subito l’identità della donna e di riuscire a rintracciare la coppia che aveva rapito la piccola.
La clinica
«Per fortuna, il sistema di videosorveglianza ha funzionato, consentendo alle forze dell’ordine di rintracciare i responsabili in tempi rapidi. In clinica entrano i parenti dei bambini per portare dolci e regali e noi non chiediamo i documenti a tutti. Anzi, spesso veniamo accusati di essere troppo fiscali nei controlli. È stata una giornata difficile, quanto accaduto ci farà ripensare il sistema con cui gestire gli ingressi d’ora in avanti», ha detto Saverio Greco, legale rappresentante del gruppo IGreco, proprietario della clinica. La bimba è intanto tornata in clinica dai genitori accompagnati dai medici del 118. Ad attenderne l’arrivo c’era una folla di persone che ha accolto il suo arrivo con un applauso.
Valeria Chiappetta
Valeria Chiappetta, mamma della piccola Sofia, ha ringraziato tutti su Facebook: « Mi state scrivendo in migliaia, da ogni parte dell’Italia, vorrei rispondere singolarmente a tutti ma non riesco. Questa è la nostra famiglia che ieri sera si stava sgretolando in mille pezzi». E ancora: « Le forze dell’ordine hanno fatto un lavoro eccezionale mentre io avevo perso le speranze. Un’intera città, anzi Regione, si è bloccata per cercare la nostra bambina. Non penso che riuscirò mai a superare questa cosa, ma il lieto fine è che Sofia sta bene. Grazie, grazie grazie a tutti vorrei abbracciare ogni singola persona. Una mamma e un papà che ieri sono morti e risorti».