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Il pranzo “segreto” di Giorgia Meloni e Ignazio La Russa per le dimissioni di Daniela Santanchè

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La premier in pressing sul presidente del Senato, padrino politico della ministra. Ma lei non ha intenzione di ascoltare portavoce: «Giorgia deve parlarne con me. Pronta ad andarmene anche subito ma la premier me lo deve chiedere»

Un ritorno da Washington in tutta fretta per un pranzo “segreto”. Per convincere Daniela Santanchè alle dimissioni. Ma lei non ha intenzione di ascoltare eventuali portavoce: «Giorgia deve parlarne con me. Pronta ad andarmene anche subito ma la premier me lo deve chiedere». Dopo il rinvio a giudizio per false comunicazioni sociali sui bilanci Visibilia la ministra è in bilico. E Meloni ieri ha ricevuto a pranzo il presidente del Senato Ignazio La Russa. Ovvero, come lo definiscono i giornali, il “dante causa” della responsabile del Turismo. Meloni lo ha detto chiaramente al presidente del Senato: Santanchè deve lasciare, il caso sta mettendo in imbarazzo il governo e può minare anche la sua azione. Ma deve essere lui a convincerla.

Meloni e La Russa

Mentre Santanchè è nel bunker di Cortina, insomma, a Roma si prova a decidere il suo destino. Da qui la convocazione a Palazzo Chigi di La Russa. Arrivata dopo le parole di Santanchè ai giornali in cui la ministra mette il suo destino proprio nelle mani di Meloni. Che però, è il ragionamento, non può chiederle semplicemente di andarsene. Lo prevederebbe, è il ragionamento, la grammatica delle istituzioni. Per questo, spiega oggi La Stampa, Meloni passa per il padrino politico della ministra. Che oggi sarà a Roma. Mentre la premier ha cambiato l’agenda della sua missione in Arabia Saudita. Dove avrebbe dovuto presenziare assieme a Santanchè alla presentazione del tour mediterraneo del veliero Amerigo Vespucci. E invece lei arriverà prima e se ne andrà prima. Proprio per non incontrarla, sussurrano i retroscena.

Qualche settimana

Negli ultimi giorni si era diffusa la voce che Santanchè avrebbe deciso sulle dimissioni dopo la decisione della Cassazione sullo spostamento del suo processo da Milano a Roma. Che dovrebbe arrivare il 29 gennaio. «Sono ricostruzioni surreali, non ho nulla da dire», dice intanto lei all’Ansa. Il Fatto Quotidiano ricorda che per la sua sostituzione in pole resta il suo consigliere Gianluca Caramanna. Un altro nome che circola è quello del vice capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Manlio Messina. E poi Marina Chiarelli, assessora al Turismo della Regione Piemonte. «Convincila tu a lasciare», è stata la richiesta della premier a La Russa secondo quanto riporta Il Messaggero. Per chiudere una vicenda che «sta diventando imbarazzante per tutti».

Il faccia a faccia

«Veramente sono a Milano per alcune riunioni importanti, non ho nessun appuntamento con Giorgia oggi», risponde lei al quotidiano. E sulle dimissioni: «Sto lavorando. Non ho nulla da dire». Ma anche il cambio di programma per Gedda viene inquadrato interno alle pressioni per farla dimettere. E che la controparte non ci sente da quell’orecchio: «È chiaro che non si farà dimettere tanto facilmente», la riassume a sera chi dentro FdI incarna il Meloni-pensiero. «Ma è la sintesi o si decide di attendere il verdetto di primo grado, oppure la vedo segnata», sono le ultime parole. Il pranzo “segreto” di Giorgia è finito su tutti i giornali. Per le dimissioni ci sarà da attendere?

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