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Con i soldi dei fedeli il parroco faceva affari e regali alla perpetua, a processo don Paolo Bianciotto: così l’amica ha comprato bar e case

22 Gennaio 2025 - 22:49 Redazione
prete
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Il sacerdote torinese oggi 81enne avrebbe usato per suoi investimenti soldi presi dai conti dei fedeli, che si fidavano di lui.

È accusato di circonvenzione di incapace e appropriazione indebita don Paolo Bianciotto, 81 anni, ex parroco della chiesa di Madonna di Fatima a Pinerolo, in provincia di Torino. Il sacerdote è finito a processo con l’accusa di aver tradito la fiducia di alcuni suoi fedeli, per lo più affetti da problemi psichiatrici o deficit cognitivi. Don Bianchetto è riuscito a svuotare i conti correnti di queste persone, ottenendo poi centinaia di migliaia di euro che ha usato per spese personali e qualche regalo. Ad esempio alla sua perpetua.

Il bancomat dei fedeli nelle mani del prete

I fatti sarebbero avvenuti tra il 2018 e 2021. In quel periodo, secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza, don Bianchetto è riuscito a ottenere quasi 185 mila euro da una donna e da una coppia di fedeli della sua parrocchia. Il prete era riuscito a convincerli a fare bonifici sul suo conto. Come riporta il Messaggero, aveva anche ottenuto la delega per la gestione delle loro finanze. Su quei conti avrebbe avuto campo libero, soprattutto dopo essersi fatto consegnare la carta bancomat e il pin. Per questo don Bianciotto è anche accusato di indebito utilizzo di strumenti di pagamento.

Gli investimenti del prete con i soldi dei fedeli

Il denaro preso dai conti dei fedeli sarebbe tornato utile al prete per suoi investimenti privati, secondo le Fiamme Gialle. Con un altro prete si è comprato un albergo a Bordighera, in Liguria, che ha poi rivenduto. Da quell’affare i due sacerdoti hanno intascato 400 mila euro a testa. Con quei soldi, don Bianciotto ha finanziato la cooperativa che ha gestito fino al 2010, la Casa Alpina di Pragelato, nell’area metropolitana di Torino.

I regali alla perpetua

Don Bianciotto avrebbe poi dato 800 mila euro alla perpetua, sua socia e amica. Con quel denaro la donna ha comprato due case, un’auto, due bar e altre attività commerciali. Il prete non avrebbe neanche risparmiato le casse della parrocchia. Secondo il pm, don Bianciotto è accusato di appropriazione indebita per aver preso circa 500 mila euro dalla disponibilità della sua parrocchia e dalla cassa dell’associazione Nuova Scuola Mauriziana, di cui era il rappresentante legale. Ma senza una querela di parte, il reato non sarà perseguito.

La sospensione del vescovo

Il vescovo Dario Olivero infatti non ha denunciato don Bianciotto per l’ammanco nelle casse della parrocchia. Si è limitato a sospendere il sacerdote dalle funzioni di culto. Nel 2009 il prete era già stato accusato di aver falsificato la firma di monsignor Piergiorgio Debernardi sotto la richiesta di un fido bancario di 150 mila euro. Quei soldi dovevano servire a restaurare una chiesa a Prali, in Val Germanasca. L’indagine su don Bianciotto all’epoca venne archiviata, dopo che il vescovo ritirò la querela.

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