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Arrestato il magnate René Benko, il crac immobiliare e l’albergo con i fondi Covid: perché è ricercato anche in Italia

23 Gennaio 2025 - 11:17 Ugo Milano
rene benko arresto tycoon immobiliare austria
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Il 47enne patron di Signa è indagato in quattro Paesi, tra cui l'Italia. La procura di Trento aveva emesso un mandato di cattura, ma Vienna aveva negato l'estradizione

Aiuti durante la pandemia dirottato verso il suo chalet di lusso, centinaia di migliaia di euro per l’affitto di ville e gite in barca dopo aver dichiarato bancarotta e corruzione per favori immobiliari. È finito in manette nella sua villa di Innsbruck, in Austria, il tycoon dell’edilizia René Benko. Il 47enne, fondatore del gruppo Signa tramite cui gestiva immobili dal valore di 27 miliardi di euro, è al centro del più grande crac europeo. Per il quale è indagato in quattro Paesi, tra cui l’Italia. Le accuse a suo carico variano da associazione a delinquere a corruzione, fino a manipolazione di gare d’appalto, finanziamento illegale di partiti politici, frode, rivelazione di segreti e falsa fatturazione. Già lo scorso dicembre la procura generale di Trento aveva chiesto il suo arresto con un mandato di cattura europeo e la sua estradizione, ma Vienna aveva fatto muro.

Il crac di Signa, l’insolvenza e la corruzione in Trentino

Un centinaio di perquisizioni, 77 indagati e nove mandati di arresto: così la procura di Trento aveva tentato di smantellare una rete corruttiva che, da René Benko, sarebbe arrivata fin nelle tasche di politici locali del Trentino Alto-Adige. Il funzionamento era un semplice «do ut des». Benko avrebbe finanziato le campagne elettorali degli amministratori in cambio di procedure semplificate e concessioni immobiliari. Un’inchiesta arrivata mesi dopo l’istanza di fallimento che il tycoon austricao aveva presentato a marzo al Tribunale commerciale viennese, dopo aver dichiarato l’insolvenza di Signa Holding nel novembre 2023. In aprile, poi, il procuratore anticorruzione austriaco aveva aperto un’indagine, culminata con l’arresto di oggi, per sospetta frode legata al fallimento di Signa.

Le accuse: fatture falsificate e proprietà nascoste

Benko è accusato di associazione a delinquere. Avrebbe, infatti, falsificato una fattura e «deviato» una parte della massa fallimentare nel tentativo di «eludere l’accesso delle autorità, dei fiduciari e dei creditori». Avrebbe inoltre nascosto di essere il proprietario effettivo della fondazione privata Laura, occultando dei beni alle forze dell’ordine durante le indagini degli ultimi mesi. La fondazione Laura, infatti, versava un affitto mensile di 240mila euro per la villa di Innsbruck in cui Benko è stato arrestato. Il tycoon avrebbe inoltre «usato a scopi personali» oltre un milione di euro di fondi Covid per il suo albergo di lusso Chalet N. Benko era indagato anche dalle Procure di Berlino e Monaco di Baviera.

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