Ultime notizie Daniela SantanchèDonald TrumpJannik SinnerMPS
ATTUALITÀAmanda KnoxCaso MeredithInchiesteOmicidiPerugiaUmbria

La sentenza definitiva della Corte di Cassazione: Amanda Knox calunniò Lumumba. L’americana: «Sono delusa e amareggiata»

23 Gennaio 2025 - 21:01 Ugo Milano
Di fronte alla polizia la 37enne di Seattle aveva accusato l'allora datore di lavoro di essere l'assassino di Meredith Kercher. Entrambi sono stati prosciolti

La Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva la condanna a tre anni di reclusione per Amanda Knox, riconosciuta colpevole di calunnia ai danni di Patrick Lumumba. La 37enne di Seattle durante un interrogatorio di fronte alla polizia aveva accusato l’uomo dell’omicidio di Meredith Kercher, avvenuto a Perugia la sera dell’1 novembre del 2007. Ma Lumumba venne in seguito riconosciuto estraneo al delitto e quindi prosciolto. Nonostante la condanna, Knox non andrà in carcere. Infatti, la cittadina americana ha già scontato la pena dal 2007 al 2011, passando quasi quattro anni in prigione prima di venire definitivamente assolta a sua volta dall’accusa di omicidio di quella che allora era la sua coinquilina. La condanna conclude una vicenda giudiziaria durata 18 anni.

La soddisfazione di Lumumba

Ha espresso soddisfazione Lumumba, all’epoca dei fatti datore di lavoro di Knox in bar. «Amanda ha sbagliato e questa condanna la deve accompagnare per tutta la vita. Saluto con grande onore la giustizia italiana». Di segno opposto la reazione della difesa di Knox, che ha seguito il processo dagli Usa. L’avvocato Luca Luparia Donati ha commentato la decisione affermando: «È una sentenza totalmente inaspettata per noi e ingiusta per Amanda, siamo increduli. Leggeremo le motivazioni». Knox ha affermato di essere «delusa e amareggiata» per la decisione dei giudici.

L’interrogatorio del 6 novembre

L’interrogatorio alla questura di Perugia in cui Knox ha calunniato Lumumba il 6 novembre 2007 è costato all’Italia una condanna da parte della Corte europea per i diritti umani. Si svolse, infatti senza che Knox sapesse di essere indagata, senza che fosse presente il suo avvocato e senza che le domande venissero tradotte da un interprete professionista. Knox aveva dichiarato di essere stata colpita sulla testa affinché pronunciasse un nome. Alla luce della sentenza, a cui era seguito un ricorso di Knox, la corte di Cassazione aveva riaperto il processo per calunnia. Per l’omicidio di Meredith Kercher, l’unico condannato è stato Rudy Guede, che ha scontato 16 anni di reclusione e ora è tornato in libertà, sebbene abbia sempre continuato a proclamarsi estraneo al delitto.

Articoli di ATTUALITÀ più letti