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«A casa di Rosa Vespa e Aqua Moses c’era una festa. Ho chiesto: “Dov’è la bambina?”». Parla il poliziotto che ha trovato la piccola Sofia – Il video

23 Gennaio 2025 - 19:38 Stefania Carboni
neonata sofia racconto poliziotto
neonata sofia racconto poliziotto
Il racconto del commissario Claudio Sole a Pomeriggio Cinque: «Ho suonato, mi ha aperto una signora, davanti a noi sono tutti rimasti impietriti»

La piccola Sofia, la neonata rapita a Cosenza, non era stata fermata in auto con i suoi rapitori Rosa Vespa e il marito Aqua Moses come inizialmente era stato raccontato. La piccola, strappata dalla clinica Sacro Cuore, si trovava già in casa della coppia dove era in corso una festicciola sul nuovo arrivato. Tutto era blu, perfino la coccarda sulla porta. La polizia di Stato che ha effettuato il fermo dei due, incrociando i dati dell’auto e identificando la coppia apparsa nelle immagini del circuito di videosorveglianza, ha interrotto i festeggiamenti di famigliari e amici, convinti di salutare il piccolo Ansel (mai esistito). «Ho bussato a quella porta quando mi ha aperto una signora – racconta il commissario Claudio Sole intervistato da Pomeriggio 5 – da quello spiraglio ho potuto constatare la presenza di Rosa e del marito». Poi la mossa: «Ho messo il piede tra la porta e lo stipite per fare in modo che non si chiudesse. Volendo utilizzare un termine moderno si sono tutti “frizzati”. Erano impietriti davanti alla nostra presenza, eravamo quattro operatori. Sono entrato per primo e rivolgendomi a Rosa ho chiesto dove fosse la bambina. Senza dire una parola lei mi ha indicato la stanza, con le pareti dipinte di azzurro. Dentro la culla era adagiata la piccola Sofia».

Domani l’udienza di convalida del fermo

Domani mattina, alle 9, nel carcere di Cosenza si terrà l’udienza di convalida per Rosa Vespa, 51enne di Cosenza, e per il marito Aqua Moses, 43enne di origini senegalesi. I due sono accusati del rapimento di Sofia. Il marito della donna, nella tarda serata di mercoledì, è stato trasferito da Cosenza al carcere di Castrovillari dove ci sono anche le celle di isolamento. I legali della coppia, gli avvocati Teresa Gallucci e Gianluca Garritano, sono in attesa di leggere gli atti e di incontrare i due in carcere per poter cercare di ricostruire l’accaduto. Al vaglio degli inquirenti ora anche eventuali responsabilità da parte della struttura sanitaria.

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