Ultime notizie CosenzaCpiDonald Trump
SOSTENIBILITÀEnergia elettricaGilberto Pichetto FratinGoverno MeloniNuclearePolitiche energetiche

Il governo accelera sul ritorno del nucleare in Italia: che cosa prevede il disegno di legge

23 Gennaio 2025 - 11:56 Gianluca Brambilla
nucleare italia disegno di legge
nucleare italia disegno di legge
Entro due anni il governo adotterà tutti i decreti legislativi necessari per la costruzione di nuovi reattori. Ma resta l'incognita di un nuovo referendum

Dopo mesi di annunci, e un po’ in ritardo rispetto alla tabella di marcia iniziale, il governo si appresta ad adottare il disegno di legge per il ritorno del nucleare in Italia. Nella serata di ieri, mercoledì 22 gennaio, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha inviato a Palazzo Chigi lo schema del ddl, che sarà votato al prossimo Consiglio dei ministri. «L’Italia è pronta a rientrare nel nucleare, che non andrà a sostituire le rinnovabili ma le completerà assicurandoci un mix energetico equilibrato e sostenibile», ha spiegato oggi il titolare del Mase in un’intervista al Sole 24 Ore.

Cosa prevede il ddl sul nucleare

Il disegno di legge che sarà adottato dal governo prevede l’approvazione, entro 24 mesi, di «uno o più decreti legislativi recanti la disciplina per la produzione di energia da fonte nucleare sostenibile sul territorio nazionale, anche ai fini della produzione di idrogeno, lo smantellamento degli impianti esistenti, la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito, la ricerca, lo sviluppo e l’utilizzo dell’energia da fusione, nonché la riorganizzazione delle competenze e delle funzioni in materia». Il provvedimento, insomma, non si limita a mettere su nero su bianco l’impegno dell’esecutivo di Giorgia Meloni per costruire nuovi impianti nucleari, ma punta a disciplinare tutto ciò che ruota all’energia atomica, compreso lo smantellamento delle vecchie centrali ormai in disuso, gli incentivi ai programmi di ricerca e la gestione dei rifiuti radioattivi.

Il disegno di legge, preparato da una commissione tecnica presieduta dal giurista Giovanni Guzzetta, rappresenta di fatto il primo passo concreto del governo Meloni per il ritorno dell’energia atomica in Italia. I decreti legislativi a cui si fa riferimento serviranno soprattutto per adeguare la normativa nazionale alle disposizione dell’Unione europea e degli accordi internazionali sul corretto uso dell’energia nucleare. Al tempo stesso, disciplineranno «la localizzazione, la costruzione e l’esercizio di nuove centrali nucleari sul territorio nazionale, oltre che degli impianti di fabbricazione e di riprocessamento del combustibile e di stoccaggio temporaneo dei rifiuti radioattivi e del combustibile esaurito». La legge quadro sul nucleare prevede, inoltre, l’istituzione di una nuova autorità amministrativa indipendente che si occuperà del nucleare e sostituirà gli organi attualmente esistenti.

Le divisioni della maggioranza sul nucleare

Stando a quanto dichiarato da Pichetto negli ultimi mesi, l’intenzione del governo Meloni sembra essere quella di voler puntare non sulle grandi centrali nucleari, ma sui piccoli reattori modulari, che potrebbero contribuire a coprire i consumi energetici dell’industria pesante. Il titolare del Mase ha ribadito in più occasioni che lo Stato si limiterà a fornire regole chiare e incentivi, mentre spetterà alle aziende attivarsi per costruire i nuovi reattori. Ora che la legge quadro è a un passo dall’essere adottata, il ritorno del nucleare in Italia dovrà fare i conti soprattutto con due ostacoli. Il primo, prettamente politico, ha a che fare con le divisioni interne alla maggioranza di governo sul ruolo che dovrebbe svolgere l’energia atomica: Forza Italia e Lega sono a favore, mentre dentro Fratelli d’Italia c’è chi chiede di puntare solo sulla fusione nucleare, una tecnologia potenzialmente rivoluzionaria ma ad oggi inesistente. Va detto, però, che ci sono forze di opposizione – a partire da Azione e Italia Viva – che sono favorevoli all’energia atomica e potrebbero votare insieme alla maggioranza di centrodestra per far passare i provvedimenti.

Ci sarà un nuovo referendum?

Il secondo ostacolo del ritorno del nucleare in Italia riguarda l’incognita di un nuovo referendum. Non è chiaro infatti se i provvedimenti a cui sta lavorando il governo saranno sufficienti a consentire di inserire l’energia atomica nel mix energetico nazionale ignorando l’esito della consultazione popolare del 2011. «Il nucleare sostenibile di oggi non è tecnologicamente comparabile con quello al quale, anche a seguito del referendum, il Paese aveva rinunciato», ha provato a chiarire Pichetto Fratin nell’intervista al Sole 24 Ore. «Dopodiché – ha precisato il ministro – se ci saranno richieste in tal senso saranno esaminate dall’organo preposto che è la Corte Costituzionale».

Foto copertina: Dreamstime/Tatonka | La centrale nucleare di Dukovany, in Repubblica Ceca

Articoli di SOSTENIBILITÀ più letti
leggi anche