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Trump e quel legame con le big tech, Sam Altman incorona il tycoon: «Ho cambiato idea su di lui, farà grandi cose per l’America»

23 Gennaio 2025 - 10:10 Filippo di Chio
sam altman donald trump usa intelligenza artificiale
sam altman donald trump usa intelligenza artificiale
Il ceo di OpenAi, madre di ChatGPT, ammette di essere rimasto ammaliato dal presidente americano. Sullo sfondo l'affare Stargate da 500 miliardi di dollari

Di ragioni per andare d’amore e d’accordo con Donald Trump, Sam Altman ne ha parecchie. Per la precisione circa cento miliardi, la cifra che il ceo di OpenAi, società madre di ChatGPT, ha già promesso di investire immediatamente nel progetto Stargate. Se già era diventato chiaro che il guru dell’intelligenza artificiale stimasse il nuovo presidente americano, la joint venture da 500 miliardi complessivi è la ciliegina sulla torta. Giappone (con Softbank), Stati Uniti (con OpenAI e Oracle) e il gruppo emiratino MGX uniti in un unico progetto: «Capire come utilizzare l’IA per elevare l’umanità». Altman, però, non rinuncia di certo a rimarcare il suo rapporto di fiducia con il tycoon: «Penso che sarà incredibile per il nostro Paese sotto molti aspetti», ha scritto sul social X.

Altman sta con Trump: «Ho cambiato opinione, vorrei aver riflettuto prima»

Non è chiaro se si tratti di un sentimento sincero, una business opportunity o una stoccata a Elon Musk, che ieri aveva cassato Stargate come un progetto «senza soldi». Di certo tra i due co-fondatori di OpenAi non scorre buon sangue, vista anche la causa legale in corso per violazioni antitrust. È però indubbio che alle big tech la seconda presidenza Trump fa parecchia gola. Meta, Amazon, Google (o Alphabet), e ovviamente Altman e Musk: alla cerimonia di insediamento di Donald Trump erano presenti davvero tutti. E ora, con l’ufficializzazione del progetto Stargate, anche Altman gonfia il petto di fronte al capo del Dipartimento per l’efficienza governativa. «Ultimamente, guardare il presidente degli Stati Uniti da vicino ha davvero cambiato la mia opinione di lui», ha scritto nel post su X. Ha poi aggiunto, con leggera ironia: «Vorrei aver riflettuto di più, ma sono caduto nella trappola dell’Npc», riferimento ai “personaggi non giocanti” dei videogiochi, guidati dal computer e con poche interazioni con il giocatore.

Le critiche sui social

Al post è seguita una valanga di commenti, la maggior parte dei quali chiedeva ulteriori spiegazioni ad Altman per questo suo cambio di bandiera. Il silenzio, facilmente pronosticabile, dell’imprenditore ha lasciato spazio alle speculazioni pungenti di molti utenti: «Sarà colpa dei miliardi che gli entreranno in tasca». Di certo la Casa Bianca non sembra voler centellinare i suoi rapporti con la Silicon Valley, che si tratti di multinazionali americane o meno.

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