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Hamas si è già ripresa Gaza? I tormenti di Israele dopo la tregua: «15 mesi di guerra per nulla» – I video

23 Gennaio 2025 - 11:58 Simone Disegni
Migliaia di miliziani e poliziotti di Hamas riprendono la Striscia, rispunta pure un comandante «eliminato». L'esperto Michael Milshtein: «Serve un piano di lungo periodo»

Dopo 470 giorni di guerra, sono bastate 24 ore di tregua a Hamas per riprendersi la Striscia di Gaza. O per lo meno far mostra di essere pienamente in grado di poterlo fare. La dolorosa ammissione rimbalza in queste ore sui media israeliani. Con accenti diversi, ma lo stesso tormento: com’è stato possibile? «Nonappena è stato annunciato il cessate il fuoco, sono spuntati agenti di polizia in uniforme blu lungo diverse delle principali strade della Striscia. Poco dopo, a loro si sono uniti convogli di forza dell’ala militare di Hamas», ricostruisce su Haaretz un osservatore esperto come Jack Khoury. Domenica, al momento di liberare le prime tre donne ostaggio secondo la roadmap dell’accordo, Hamas ha messo in scena il suo spettacolo di potere e controllo su Gaza in mondovisione. Una scenografia ben studiata, con orde di miliziani mascherati, armati fino ai denti e con le tipiche bande verdi. Attorno una folla urlante contro le tre israeliane. Qualcuno – tra cui Eran Lerman su queste colonne – ha poi fatto notare che quella folla non era poi così consistente, e che tra i palestinesi di Gaza crescerebbe il risentimento contro i terroristi per aver provocato la distruzione della Striscia. Resta il dato del riemergere prepotente di Hamas, con i relativi mal di testa. Lunedì, nel primo giorno di «consolidamento» del cessate il fuoco, la presenza dei miliziani e degli agenti di polizia del movimento era ulteriormente incrementata, ricorda ancora Khoury: riemersi, probabilmente dai tunnel, come se nulla fosse accaduto per 15 mesi.

Come Hamas è risorta dalle macerie (e dai tunnel)

«Non sono messi affatto male. È terribile per noi doverlo riconoscere perché volevamo vederli colpiti, a terra, smantellati», ha detto alla radio israeliana Michael Milshtein, esperto del Dayan Center della Tel Aviv University, come riporta il Jerusalem Post. E invece «ieri il sistema educativo di Gaza ha annunciato che le scuole riapriranno presto, anche se l’85% di esse non esiste più. E 6mila agenti di polizia di Hamas sono stati dispiegati lungo la Striscia, rendendo chiaro a tutti chi ora è in controllo e come ci sia ben poco da parlare di “era post-guerra”», prosegue Milshtein. Certo il movimento è stato colpito duramente durante i 15 mesi di guerra: secondo Israele sarebbero circa 20mila i suoi miliziani eliminati, compresi i capi Yahya Sinwar e Mohammed Deif. Ma Hamas ha dimostrato una capacità sorprendente di attrarre e reclutare i necessari “rimpiazzi”: 4mila nuovi adepti solo nell’ultima manciata di mesi, secondo stime Usa riferite dall’ormai ex segretario di Stato Antony Blinken nel suo ultimo discorso su Gaza. Senza contare chi, rifugiato nei tunnel o chissà dove altro, è sopravvissuto agli assalti israeliani ed è rispuntato fuori dopo lo stop ai combattimenti come nulla fosse. Compreso un comandante di primo rango che Israele era convinta di aver eliminato.

I tormenti di Israele

L’esercito aveva annunciato di aver eliminato Hussein Fayad, comandante del battaglione di Hamas di Beit Hanoun, lo scorso maggio. Ma ieri sarebbe ricomparso vivo e vegeto in superficie. Sarebbe proprio lui il protagonista di un video rimbalzato su social e media arabi in cui si vede un uomo arringare una piccola folla ad un funerale nella Striscia: «Quando il forte non raggiunge i suoi obiettivi, vuol dire che ha perso. E il debole, che ha impedito al forte di raggiungere i suoi obiettivi è il vincitore. Queste sono le regole militari», dice il presunto Fayad nel video. Una sberla a Israele. Le macerie di Gaza, in quest’ottica, non fanno che servire la cinica agenda di Hamas, che fa breccia presso molti dei palestinesi stessi. «Nella loro conta, 50mila morti e la distruzione della Striscia sono il prezzo giustificato per il danno provocato a Israele e per il loro orgoglio nazionale. Questa è la loro narrazione», ricorda ancora l’esperto della Tel Aviv University. Dunque Israele cos’avrebbe dovuto fare? Proseguire ad oltranza con la guerra? No, riconosce lo stesso Milshtein, quella strategia si è dimostrata fallimentare. Non avrebbe mai potuto condurre alla distruzione di Hamas. Quindi? «Nell’immediato dobbiamo investire nella liberazione degli ostaggi. Al contempo, dobbiamo iniziare a preparare un piano di lungo termine, non di pochi giorni, per smantellare completamente Hamas». Senza escludere l’idea che per farlo serva «la conquista di tutta Gaza».

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