Jannik Sinner e quel male alla testa e alla pancia, le analisi allontanano le voci: «Tutta colpa di un virus»
Mal di pancia, mal di testa e fiacchezza: sarebbe stato un virus preso a Melbourne a causare il malore che rischiava di mettere fine anzitempo all’Australian Open di Jannik Sinner. I tremori, il medical time out di undici minuti, le frecciatine di Holger Rune – suo avversario agli ottavi dello Slam – avevano messo in moto la macchina delle ipotesi. Chi parlava di polmonite, chi di eccessivo caldo (combinato all’umidità australiana) e chi di crisi di nervi causata da un malessere improvviso. «Nessun infortunio, ma qualcosina c’è», era l’unica cosa che il numero uno al mondo aveva lasciato traspirare nella conferenza stampa post partita. Poi un giorno di silenzio – e di riposo assoluto – e il quarto di finale dominato contro il beniamino di casa Alex De Minaur. I problemi sembrano passati.
I “segreti” di Sinner: il sonno e gli allenamenti al chiuso
La situazione medica – rassicura lo stesso altoatesino – è tornata sotto controllo: «Gli esami del sangue che ho fatto dopo il match con Rune erano okay. La mattina mi sveglio ancora un po’ così ma sto molto meglio e sono fiducioso di poter recuperare al cento per cento». La diagnosi delle analisi, come riporta il Corriere, sarebbe un virus. Una tranquillità ribadita anche dal suo allenatore Simone Vagnozzi al Corriere: «Niente di cui preoccuparsi. Si è svegliato sentendosi stanco, aveva un po’ di mal di testa e mal di pancia», ha detto. «L’umidità e il sovrasforzo con Rune hanno leggermente allargato il problema». Insomma, cose che possono succedere quando si gioca spesso e ad alta intensità, anche se non è stato chiarito quale virus abbia colpito Sinner. Il segreto, come più volte ha ripetuto il numero uno, sarebbe la cosa più banale di tutte. Il riposo: «Ho riposato per bene le ultime due notti».
Quando gioca Sinner in semifinale agli Australian Open
Anche perché alle 9.30 (ora italiana) di venerdì 24 gennaio lo attende la semifinale contro l’americano Ben Shelton, che ai quarti si è sbarazzato dell’altro azzurro Lorenzo Sonego. Il trucco però sta anche nell’essere sufficientemente maturi da saper gestire il proprio corpo. Dalla rinuncia al riscaldamento prima degli ottavi di finale, quando già sentiva di non essere al massimo, fino agli allenamenti tassativamente indoor. Che sia per il caldo, per l’umidità o per il vento che abbatte le temperature. «Con l’aria ferma, senza fattori esterni, sento meglio la palla», ha spiegato Sinner. Chissà, però, se sia anche una strategia per accelerare la convalescenza.