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Un giudice di Seattle ha bloccato l’ordine di Trump contro lo ius soli: «È spudoratamente incostituzionale»

23 Gennaio 2025 - 22:11 Antonio Di Noto
trump ordini esecutivi
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Nel giorno dell'insediamento, il presidente americano ha firmato un decreto che impedisce ai bambini nati sul suolo americano di acquisire la cittadinanza se sono figli di immigrati clandestini

Un giudice federale di Seattle ha temporaneamente bloccato l’ordine esecutivo del presidente Donald Trump volto ad abolire lo ius soli, il principio che garantisce la cittadinanza statunitense a chi nasce sul suolo americano. Lo riferisce il New York Times. Il giudice John C. Coughenour ha dichiarato che il provvedimento emanato nella raffica di decreti firmati dal presidente nel giorno del suo insediamento è «spudoratamente incostituzionale», sottolineando come il diritto alla cittadinanza per nascita sia garantito dal quattordicesimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. In risposta alla decisione, Donald Trump ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso, confermando la volontà di proseguire la sua battaglia legale per abolire questo principio.

Il decreto di Trump contro lo ius soli

La decisione del giudice costituisce il primo ostacolo sul percorso della politica di Trump contro l’immigrazione. Il presidente insediatosi tre giorni fa ha emanato il decreto con l’intenzione di impedire agli stranieri che si trovano illegalmente negli Stati Uniti di fare figli su suolo americano affinché questi ottengano la cittadinanza. Lo stesso principio varrebbe per tutti i bambini nati da donne che si trovano legalmente su suolo statunitense ma in maniera temporanea: lavoratrici stagionali, turiste, studentesse universitarie, ad esempio.

Il 14esimo emendamento

In risposta, 22 stati, insieme a gruppi di attivisti e numerose donne incinte, hanno intentato sei cause legali per far sospendere l’ordine, tra cui quella depositata in Massachusetts da 18 procuratori di Stati e città democratiche, sostenendo che violi il quattordicesimo emendamento. Si stima che a essere coinvolti potrebbero essere 150 mila bambini l’anno. «Tutte le persone nate o naturalizzate negli Stati Uniti e soggette alla giurisdizione del Paese sono cittadini degli Stati Uniti», si legge nella prima sezione dell’emendamento risalente al 1898 che secondo la giurisprudenza statunitense prevede pochissime eccezioni, come i figli dei diplomatici stranieri e quelli di militari invasori.

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