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Nordio e la riforma della giustizia: «Dovere verso gli elettori». La presidente della Cassazione: «Serve rispetto reciproco»

carlo nordio durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2025 presso la Corte di cassazione di Roma
carlo nordio durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2025 presso la Corte di cassazione di Roma
La relazione del ministro: «Il ruolo del giudice uscirà difeso e rafforzato, senza indebolire l'accusa»

È un discorso improntato anche all’autodifesa quello che la prima presidente Margherita Cassano tiene alla presenza delle maggiori istituzioni oggi, 24 gennaio, al Palazzaccio. Parla di rispetto reciproco, sembra far riferimento a come – senza confronto con le toghe – il governo sta procedendo a riformare l’ordinamento giudiziario, ma il ministro Carlo Nordio risponde dopo poco che quell’intervento è un «dovere» su cui non possono esserci esitazioni. La magistratura è impegnata a realizzare «i più alti valori espressi dalla Costituzione», con uno «sforzo che necessita di essere accompagnato da un contesto improntato al rispetto reciproco fra le varie Istituzioni dello Stato», dice Margherita Cassano accennando alle tante tensioni in particolare sul governo e la sua maggioranza, anche in relazione alla riforma in discussione alla Camera. Chiede quindi alla politica «un vero e proprio patto per lo Stato di diritto in grado di alimentare la fiducia dei cittadini nei confronti di tutti gli organi cui la Carta fondamentale assegna l’esercizio di funzioni sovrane». Dice poi ancora che «’Rendere giustizia’ si è fatto più difficile e richiede al giudice la ferma osservanza di alcuni principi basilari: la ricerca di soluzioni saldamente ancorate al diritto positivo in ossequio al principio costituzionale di soggezione esclusiva alla legge; il rispetto del riparto delle attribuzioni previsto dalla Carta fondamentale; la leale collaborazione con i vari poteri e organi dello Stato; senso di responsabilità e dell’autolimite; attenzione al contenuto e all’incidenza concreta della norma nella soluzione del singolo caso concreto».

Il discorso di Nordio

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, però, respinge al mittente e anzi ribadisce quanto per lui sia fondamentale andare avanti: «La riforma costituzionale in fieri è un dovere assunto verso gli elettori», dice. «La riforma si presenta nuova, ma per quanto riguarda l’indipendenza e l’autonomia della magistratura, con una chiarezza cartesiana di rocciosa solidità. Ogni fantasia speculativa su variazioni futuribili è un’arbitraria interpretazione divinatoria. I contenuti della riforma sono ben noti ma ribadisco ancora una volta: il postulato assoluto dell’indipendenza del pm rispetto al potere esecutivo. Il ruolo del giudice uscirà difeso e rafforzato, senza indebolire l’accusa» e «le parti sono in condizioni di parità davanti al giudice terzo e imparziale»

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