La beffa del cuneo fiscale del governo Meloni: i redditi più bassi perdono 1.200 euro
Nel 2025 i lavoratori che guadagnano tra 8.500 e 9mila euro lordi all’anno perderanno 1.200 euro netti rispetto allo scorso anno. A denunciarlo è la Cgil, che punta il dito contro la trasformazione del taglio del cuneo da contributivo a fiscale decisa dal governo Meloni con l’ultima legge di bilancio. Il sindacato di Maurizio Landini parla di «ingiustizia intollerabile sul lavoro povero». Mentre il Caf Acli, scrive Repubblica, descrive l’operazione come una sorta di «Robin Hood al contrario», visto che chi guadagna più di 35mila euro all’anno incasserà da quest’anno fino a mille euro in più.
Il report della Cgil sul nuovo cuneo
Il report redatto dalla Cgil calcola l’impatto del nuovo cuneo fiscale rispetto allo scorso anno per tutti i redditi da 8mila a 60mila euro. Christian Ferrari, segretario confederale, spiega a Repubblica che «sotto i 35mila euro la stragrande maggioranza ci perde». Rispetto al 2023, i lavoratori sotto quella soglia possono arrivare a guadagnare 100 euro in meno all’anno. Ma nella fascia di reddito tra 8.500 e 9mila euro la perdita schizza a 1.200 euro, pari a due mensilità in meno all’anno. «Chiediamo che il governo intervenga subito per porre rimedio a questa ingiustizia», incalza Ferrari.
L’effetto incapienza
Ma com’è possibile che la stangata delle nuove regole si abbatta proprio su chi vive di un reddito già basso di per sé? La spiegazione della Cgil è la seguente: mentre nel 2024 il taglio contributivo agiva a monte, aumentando di 548 euro l’imponibile fiscale, il nuovo sistema taglia quella stessa cifra a valle, perché è esentasse. Così facendo, nel 2025 l’imponibile fiscale è più basso. Nello specifico, per chi è in quella fascia di reddito, passa da 8.268 a 7.719 euro. Visto che l’imposta lorda è più bassa della detrazione, il contribuente diventa tecnicamente incapiente, nel senso che guadagna troppo poco per poter godere di detrazioni fiscali. E in quanto incapiente, non gli spetta l’ex bonus Renzi-Conte da 100 euro al mese, ribattezzato «trattamento integrativo» da 1.200 euro all’anno.