Inchiesta Pifferi bis, chiuse le indagini sulla legale, le psicologhe e il noto psichiatra. Per la procura c’era un piano per farla apparire pazza
Non era solo una tecnica difensiva ma esisteva un «piano» per aiutare Alessia Pifferi a sviare indagini e processo sulla morte della figlia Diana. L’obiettivo era quello di dimostrare di esser «affetta da un ritardo mentale grave» per evitare almeno l’ergastolo. La 39enne, condannata a maggio scorso al massimo della pena per omicidio volontario aggravato, avrebbe espresso alla compagna di cella Tiziana Morandi, la ‘mantide della Brianza’, l’intenzione di interpretare quella «fuori di testa». Questa in sostanza la tesi del pm di Milano Francesco De Tommasi, con il Nucleo investigativo della polizia penitenziaria, nell’inchiesta oramai denominata “Pifferi bis” dove risultano indagate le psicologhe del carcere San Vittore, Paola Guerzoni, Letizia Marazzi, Federica Martinetti, Maria Fiorella Gazale e Veronica Nisticò, la legale di Pifferi, Alessia Pontenani, e il consulente della difesa nel processo di primo grado, il noto psichiatra Marco Garbarini. Venerdì pomeriggio è stato notificato l’avviso di conclusione indagini preliminari. Le accuse variano dal concorso in favoreggiamento personale, falso ideologico in atto pubblico e in autorizzazioni amministrative, falso commesso da pubblico ufficiale, false dichiarazioni all’autorità giudiziaria fino alla falsa testimonianza e sostituzione di persona.
La chiusura delle indagini a una settimana dall’inizio del processo d’appello per l’omicidio della piccola Diana
Le contestazioni arrivano a una meno di una settimana dall’inizio del processo d’appello per l’omicidio di Diana. Un anno fa l’accusa era solo quella di un presunto complotto per far ottenere a Pifferi la perizia psichiatrica. Ma adesso la Procura mette discussione l’intera veridicità degli atti depositati dalla difesa. La chiusura a due passi dal processo d’appello «è un fatto gravissimo e sembra voler depotenziare le aspettative della difesa di chiedere e ottenere una nuova perizia nel processo di appello», ha dichiarato l’avvocato Corrado Limentani, che assiste Alessia Pontenani, l’avvocatessa di Pifferi. Spera che questo non influisca sul secondo grado. Mirko Mazzali, legale di una delle psicologhe indagate nel secondo filone, è ancora più netto: «Con la chiusura delle indagini finalmente la pubblica accusa disvela il suo intendimento, ergersi a super psicologo e decidere come si fanno i colloqui con i detenuti e la valutazione sugli esiti delle consulenze. Interessante come discussione in un convegno, molto fuori tema in un processo».