Neonata rapita a Cosenza, colpo di scena: libero il marito di Rosa Vespa. Lui ingannato? «Ho fatto tutto da sola»
Moses Acqua non ha partecipato al sequestro della piccola Sofia Cavoto, la neonata scomparsa per qualche ora dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza lo scorso 21 gennaio. Il pubblico ministero incaricato di indagare sull’accaduto ha chiesto la scarcerazione dell’uomo e il gip del tribunale di Cosenza e ordinato che l’uomo torni immediatamente in libertà. L’uomo era stato ripreso dalle telecamere della clinica insieme alla moglie Rosa Vespa. Ma secondo la procura sarebbe stata proprio quest’ultima a sequestrare la neonata. Mentre il marito, che era apparso da subito sorpreso dell’accaduto, non sarebbe stato al corrente della situazione.
Il colpo di scena nelle indagini
Il colpo di scena nella vicenda è arrivato dopo circa quattro ore di interrogatorio davanti al gip del Tribunale di Cosenza. Rosa Vespa avrebbe confessato infatti di aver fatto «tutto da sola», arrivando a ingannare anche il suo stesso marito e convincendolo di aspettare un figlio. «Volevo un figlio tutto mio», avrebbe confessato di fronte agli inquirenti. La donna, difesa dall’avvocatessa Teresa Gallucci, resterà in carcere. Mentre Acqua Moses, che si è sempre dichiarato innocente, potrà tornare a casa. «Moses si è accorto che non era suo figlio solo a casa e subito dopo è arrivata la polizia. Il mio cliente è del tutto estraneo alla vicenda, è stato ingannato dalla moglie», ha detto il suo avvocato Gianluca Garritano al Corriere.
L’interrogatorio in procura
Durante l’interrogatorio in procura, riporta Repubblica, Moses Acqua avrebbe detto: «Ero convinto che mia moglie fosse incinta e che quello era mio figlio». L’uomo racconta anche del momento in cui ha rivelato di essere stato ingannato: «Me ne sono accorto solo qualche minuto prima che arrivasse la polizia. Mio cognato mi ha detto di quel video e delle notizie che circolavano. Ho preso il bambino, l’ho spogliato e ho visto che era femmina. Mi sono messo a piangere». Moses Acqua ha detto agli inquirenti che la moglie «aveva il pancione e si tirava il latte dopo il presunto fatto». La donna, inoltre, le aveva detto che il piccolo «aveva le difese immunitarie basse ed era positivo al Covid, così mi aveva detto che non potevo vederlo».
I filmati delle telecamere della clinica
Secondo il pubblico ministero, l’uomo avrebbe creduto davvero alla gravidanza della moglie, senza mai avere dubbi sul fatto che stesse fingendo. È così che si spiegherebbe dunque la presenza dell’uomo, certificata dalle telecamere, dentro la clinica del Sacro Cuore. L’uomo è stato immortalato infatti mentre aspettava la moglie con una carrozzina e per questo era stato ritenuto, almeno in un primo momento, complice della donna. L’interrogatorio dei due coniugi ha convinto però i pm che l’uomo sia totalmente estraneo al sequestro.