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A Pavia i corsi anti discriminazione a scuola diventano un caso. La Lega: «Ideologia gender», il sindaco: «Nessun genitore ha protestato»

24 Gennaio 2025 - 12:41 Ygnazia Cigna
pavia corsi lgbt scuola polemica replica sindaco
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Ha sollevato un polverone il progetto «Far bene per star bene» pensato per sensibilizzare gli studenti contro le discriminazioni. Il primo cittadino, Michele Lissia, ora risponde alle polemiche

Il sindaco di Pavia, Michele Lissia, non ha alcuna intenzione di fermare «Far bene per star bene», l’iniziativa promossa dallo sportello Antidiscriminazioni del Comune per portare nelle scuole corsi contro il bullismo e ogni forma di discriminazione, inclusa quella contro la comunità lgbtqia+. Sul sito istituzionale si legge che i laboratori proposti affronteranno temi legati alle «discriminazioni di genere, alla disabilità, all’orientamento sessuale e ai diritti», con un approccio trasversale. Il progetto è destinato agli studenti di ogni fascia d’età: dalle elementari alle medie e superiori. Ma l’iniziativa ha scatenato l’ira della Lega, che si è scagliata contro i laboratori dedicati «all’alfabetizzazione lgbtqia+».

La denuncia della Lega: «Deriva ideologica»

Il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio ha attaccato duramente il progetto, affidando ai social il suo sfogo: «Spero che il Comune di Pavia cambi idea sui corsi “gender” che vuole organizzare nelle scuole della città, a partire già dalle primarie. Non è quello il luogo per derive ideologiche come questa, che contraddicono la realtà biologica e i valori tradizionali condivisi da tante famiglie», ha scritto ieri. Poi ha aggiunto: «È giusto educare i bambini a non discriminare gli altri. Ma questo non può essere il lasciapassare per diffondere teorie che negano le differenze tra uomo e donna».

La replica del sindaco: «Scelgono le scuole»

Ora arriva la replica del sindaco, ma non va nella direzione sperata dalla Lega. Il primo cittadino Lissia, eletto con il Partito Democratico, ci tiene a precisare che l’iniziativa non è ancora partita e che, su questi progetti, l’ultima parola spetta sempre all’autonomia scolastica: «I laboratori sono quattro, ma le scuole possono scegliere se attivarli tutti o solo alcuni. Dai genitori non abbiamo ricevuto nessuna protesta. Per questo, va rispettata l’autonomia scolastica». Una risposta netta, che lascia intendere come il Comune non abbia intenzione di cedere alle pressioni politiche.

La polemica: «Valditara mandi gli ispettori»

Tra le voci contrarie, si era sollevata anche quella del portavoce dei Pro Vita, Jacopo Coghe, che ha chiesto un intervento urgente del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. «Il ministero invii gli ispettori per verificare il rispetto della normativa scolastica, in particolare riguardo l’obbligo delle scuole di ricevere il consenso informato preventivo dei genitori e che quindi le famiglie siano state correttamente e pienamente informate su tutti i dettagli dei progetti», ha dichiarato. «Che cosa significa “alfabetizzare” i bambini dai 6 anni “sulle persone Lgbtqia+”? Questo, infatti, è uno dei raccapriccianti scopi espliciti del progetto gender “Dentro l’Arcobaleno” parte del programma “Far bene per stare bene” che coinvolge le scuole elementari, medie e superiori di Pavia», ha aggiunto. Diversa la posizione di Sinistra Italiana. «Non vi è alcuna “teoria gender” nei progetti proposti. C’è l’idea di fare educazione emotiva, di instradare i bambini e le bambine al rispetto e allontanarli dalle discriminazioni e dal bullismo, già presenti nella scuola primaria», commentano. «Nessuno degli esperti che si occupa di questi laboratori – aggiungono – è un pericolo per i bambini e nessuno ha intenzione di imporre nulla, al contrario delle destre che puntano a imporre la propria paura a chiunque non si identifichi nel modello eteronormato che pensano di dover difendere».

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