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«Un po’ sopra le righe, ma non pericolosi»: il Tar accoglie il ricorso degli attivisti di Extinction Rebellion

24 Gennaio 2025 - 19:18 Ygnazia Cigna
attivisti extinction rebellion tar lazio
attivisti extinction rebellion tar lazio
I giudici hanno annullato i fogli di via degli ambientalisti che a Torino si erano arrampicati per appendere uno striscione di protesta

«Solo un comportamento al di sopra delle righe». Con queste parole, il Tar del Piemonte ha annullato il foglio di via obbligatorio imposto dalla questura di Torino a quattro attivisti di Extinction Rebellion, che a gennaio dello scorso anno hanno fatto ricorso contro la decisione della questura di Torino. La protesta contestata risale a dicembre 2023, quando gli attivisti hanno partecipato a una manifestazione non autorizzata durante l’Aerospace and Defence Meeting, un congresso in corso all’Oval del Lingotto di Torino. Quel giorno si erano calati dal tetto del padiglione per esporre due striscioni con la scritta: «Qui si finanzia guerra e crisi climatica». Per la polizia, quel gesto era valso loro l’etichetta di «persone socialmente pericolose». La misura del foglio di via obbligatorio, che impedisce a un individuo di tornare nel comune dal quale è stato allontanato, è generalmente utilizzata nei confronti di soggetti considerati una minaccia per la sicurezza pubblica. Invece, sotto il profilo penale, in questo caso, i capi d’accusa ipotizzati dalla questura sono stati archiviati lo scorso gennaio.

Foglio di via annullato: «Protesta eclatante ma non violenta»

Una degli attivisti in questione è una studentessa di ingegneria ambientale al Politecnico di Milano, capo scout Agesci e impegnata nel volontariato. Nel suo ricorso al Tar, ha denunciato di non essere stata informata del procedimento e di non aver avuto la possibilità di chiarire la propria posizione. Nel ricorso, la studentessa ha sottolineato che si era imbracata con un cavo di sicurezza e che il suo gesto, seppur «eclatante», non aveva provocato alcun danno a cose o persone. «Era solo una manifestazione scenicamente plateale», è stata una delle motivazione riportate dalla studentessa nel ricorso. Il Tar ora le ha dato ragione, così come agli altri tre attivisti, annullando il foglio di via. Nella sentenza, il giudice ha evidenziato che gli attivisti «non hanno turbato la tranquillità pubblica», ma hanno solo messo in atto una «protesta non violenta». Sebbene «eclatante», il gesto degli attivisti – secondo il giudice – è stato solo un comportamento «un po’ al di sopra delle righe» e le procedure adottate dalla questura si sono rivelate non regolari. Tuttavia, ha ordinato di dividere le spese di giudizio fra le parti «perché non può essere smentito che la risonanza dei comportamenti messi in atto possa aver – sia pure momentaneamente – turbato il tranquillo scorrere della vita sociale».

Gli altri casi

Negli ultimi due anni le sanzioni contro i movimenti ambientalisti, come Extinction Rebellion e Ultima Generazione, sono state al centro dell’attenzione pubblica. Dalle denunce ai fogli di via, fino alle nuove leggi che inaspriscono le pene per chi imbratta opere culturali – con multe che arrivano fino a 60mila euro – il contrasto alle proteste ambientaliste di questo tipo si è intensificato. A gennaio 2023, Extinction Rebellion aveva lamentato l’arrivo di centinaia di fogli di via e avvisi orali, spingendo molti attivisti a presentare ricorsi ai tribunali amministrativi, i cui esiti stanno iniziando a uscire proprio in questi giorni, come i tre attivisti cacciati da Torino. Tra i precedenti più noti dei casi tra gli ambientalisti, c’è anche quello di Simone Ficicchia, 20enne attivista di Ultima Generazione, che nel gennaio 2023 era stato mandato a processo con la richiesta di misure di sorveglianza speciale da parte della questura di Pavia. In quel caso, il tribunale aveva respinto le accuse, stabilendo che il giovane non rappresentava un pericolo per la sicurezza pubblica.

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