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Usa, al via le deportazioni di Trump: «Centinaia di migranti arrestati». E i Repubblicani provano a regalare al tycoon il terzo mandato

24 Gennaio 2025 - 09:39 Bruno Gaetani
trump deportazione migranti
trump deportazione migranti
La portavoce della Casa Bianca dà notizia dell'arresto e della deportazione di 528 immigrati irregolari

«Porteremo a termine la più grande deportazione di massa degli immigrati irregolari nella storia degli Stati Uniti», aveva promesso a più riprese Donald Trump in campagna elettorale. Detto, fatto. A pochi giorni dal suo insediamento alla Casa Bianca, il neo presidente americano ha già dimostrato di voler passare dalle parole ai fatti in tema di immigrazione. Innanzitutto, dichiarando lo stato di emergenza nazionale al confine con il Messico e poi dando mandato alle forze dell’ordine di intensificare i controlli sui migranti irregolari da rispedire nei rispettivi Paesi di provenienza. «L’amministrazione Trump ha arrestato 538 immigrati criminali illegali», ha scritto in un post su X Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, aggiungendo che «centinaia» di loro sono stati deportati su aerei militari.

La contesa giudiziaria sullo ius soli

La stretta di Trump sull’immigrazione passa anche dall’ordine esecutivo con cui, nel suo primo giorno a Washington, ha abolito lo ius soli, ossia il diritto di cittadinanza, sancito dalla Costituzione, per chi nasce negli Stati Uniti. Ieri, giovedì 23 gennaio, un giudice federale di Seattle si è opposto all’ordine esecutivo del tycoon, definito «spudoratamente incostituzionale». L’amministrazione Trump ha annunciato che farà ricorso. La questione, con ogni probabilità, finirà davanti ai giudici della Corte Suprema.

I Repubblicani sperano nel terzo mandato di Trump

Nel frattempo, tra le fila dei Repubblicani, c’è chi spera di approfittare dell’entusiasmo di questi giorni per consentire a Trump di ricandidarsi anche alle elezioni presidenziali del 2028, quando avrà 82 anni. Aldy Ogles, deputato conservatore del Tennessee, ha presentato infatti una risoluzione congiunta per modificare il 22esimo emendamento, che attualmente proibisce a chiunque di svolgere più di due mandati come presidente. La nuova formulazione permetterebbe a qualunque presidente di rimanere in carica per tre mandati, a patto che solo due di essi siano consecutivi. «Questo emendamento consentirebbe al presidente Trump di svolgere tre mandati, assicurandoci di poter sostenere la leadership audace di cui la nostra nazione ha così disperatamente bisogno», ha spiegato Ogles. Per modificare la Costituzione, però, c’è bisogno del sostegno di due terzi di Camera e Senato. Ed è assai improbabile che Democratici e Repubblicani riescano a trovare una sintesi sulla questione.

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