Ultime notizie Daniela SantanchèDonald TrumpJannik SinnerMPS
POLITICABarDiscotecheGiovaniGoverno MeloniMatteo PiantedosiMovida

Dalla definizione di «cliente modello» alle telecamere, fino alla stretta sui minorenni: cosa c’è nel “codice di condotta” per bar e discoteche

25 Gennaio 2025 - 20:23 Ugo Milano
codice condotta bar discoteche cliente modello minorenni
codice condotta bar discoteche cliente modello minorenni
Nel nuovo decreto del ministro dell'Interno Piantedosi sono indicati i comportamenti che gli avventori dovranno adottare. La protesta: «Così è Stato di polizia». Il Viminale: «Le norme sono facoltative»

I bar, i locali, le discoteche, le sale giochi e gli stabilimenti balneari dovranno affliggere «in modo ben visibile» un codice di condotta a cui i clienti saranno tenuti a uniformarsi. La definizione dell’«avventore modello», insieme a numerose altre disposizioni in materia di sicurezza pubblica, è contenuta all’interno del nuovo decreto firmato dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e pubblicato in Gazzetta ufficiale. Il provvedimento punta a corresponsabilizzare i gestori delle attività, affidando loro un maggiore ruolo nel mantenimento dell’ordine durante le ore della movida. Gli esercenti saranno tenuti a installare un circuito di videosorveglianza, a illuminare in maniera adeguata i locali e a nominare un «responsabile della sicurezza», che faccia da diretto intermediario con le forze dell’ordine. Tutte misure a loro carico. «Le linee guida forniscono indirizzi per la stipula di accordi in sede territoriale cui è possibile aderire su base volontaria, senza alcun obbligo e senza quindi nuovi costi per gli operatori», precisano fonti del Viminale.

Il cliente modello secondo Piantedosi: no armi, no droghe, no immondizia

All’interno delle «linee guida per la prevenzione degli atti illegali e di situazioni di pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica all’interno e nelle immediate vicinanze degli esercizi pubblici», il cliente modello è identificato con chiarezza e precisione. Non introduce armi o strumenti atti a offendere, «laddove non vi sia un giustificato motivo», non usa spray urticanti, non consuma droghe e non beve alcolici non somministrati dallo stesso locale. E poi: non danneggia dispositivi antincendio e gli arredi del locale, non ostruisce le uscite di sicurezza, non abbandona bottiglie o altra immondizia nei pressi del locale, non ha comportamenti molesti e non disturba la quiete pubblica. Una sorta di decalogo che dovrà essere appeso ben in vista all’interno dei bar e delle discoteche, nonché sufficientemente «pubblicizzato sui siti web». Nel caso in cui il cliente non si attenesse a queste linee guida, potrà essergli «negata la prestazione».

Gli obblighi dei gestori e l’attenzione per i minorenni

Nei confronti dei gestori è prevista tutta un’altra serie di indicazioni. Dalla nomina di un responsabile alla sicurezza all’installazione di telecamere per la videosorveglianza fino all’illuminazione sufficiente degli spazi. A ciò si aggiunge anche l’«assoluta necessità» di aumentare la vigilanza per quanto riguarda i minorenni che assumono alcolici e giocano d’azzardo. In questo ambito il Ministero ipotizza l’allargamento di un metodo già in uso nelle discoteche: l’applicazione «su una parte ben visibile del corpo» di un timbro a inchiostro lavabile che permetta di individuare quando il cliente non ha già compiuto 18 anni. Il tutto nell’ottica di una «cooperazione operosa» tra forze dell’ordine e gestori, incentivato da un sistema a premi. Nel caso in cui si verificassero disordini in un locale che dimostri di aver rispettato le linee guida, l’esercente eviterà la sospensione o la revoca della licenza.

Confesercenti tuona: «Sono responsabilità dello Stato»

Se anche fonti che hanno lavorato al dossier lo definiscono come «largamente condiviso con il settore», le prime voci che arrivano dai gestori non sono certo concordi. «È inaccettabile scaricare sulle nostre spalle responsabilità che spettano allo Stato», è il commento di Fiepet Confesercenti, Giancarlo Banchieri. Le linee guida, infatti, costituirebbero «ulteriori oneri e obblighi difficilmente gestibili per gli esercenti»: «Non possiamo sostituirci alle forze dell’ordine e non possiamo vigilare all’esterno dei locali». Altrettanto duro Filiberto Zaratti, capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra nella commissione Affari costituzionali della Camera: «Delinea uno spaventoso scenario liberticida, vogliono lo Stato di Polizia. Esiste il Codice penale, non c’è alcun bisogno dei protocolli inventati dal Viminale».

Articoli di POLITICA più letti
leggi anche