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Coronavirus, la Cia si sbilancia: «Probabile incidente di laboratorio in Cina». Il nuovo direttore Ratcliffe: «Indagheremo a fondo»

25 Gennaio 2025 - 20:58 Ugo Milano
L'agenzia di Intelligence Usa ha dichiarato di avere «scarsa fiducia» nelle sue scoperte, e tiene aperta la porta a nuove valutazioni

Con ogni probabilità, il Coronavirus è fuoriuscito a causa di un errore in un laboratorio cinese. Dopo la Fbi (Federal bureau of investigation), anche la Cia – principale agenzia di spionaggio americana – conferma che l’ipotesi più plausibile per spiegare lo scoppio della pandemia sia la teoria del “laboratory leak“. Ma nel documento ufficiale, rilasciato dall’agenzia sabato 25 gennaio, i condizionali sono d’obbligo. Anche perché, specifica più volte, «le valutazioni in futuro potrebbero cambiare», riporta il Wall Street Journal.

L’ipotesi più probabile

«La Cia valuta che un’origine della pandemia Covid-19 legata alla ricerca in laboratorio sia più probabile di un’origine naturale». La certezza è lontana, anche perché l’agenzia stessa ammette di avere un «basso livello di fiducia» su ciò che sta affermando. Insomma, i dati a disposizione sono ben pochi complice anche il rifiuto a collaborare da parte di Pechino. E con tutte le informazioni disponibili, sembra che si possa parlare di una “fuga del virus” dal laboratorio di Wuhan nel 2019. Ma le indagini non si chiudono certo qui: «Qualsiasi nuovo rapporto di intelligence credibile o informazioni open-source disponibili potrebbero cambiare la valutazione». Anche perché «sia gli scenari legati alla ricerca che quelli di origine naturale della pandemia COVID-19 rimangono plausibili».

Le intelligence divise e l’«effetto Trump»

Le differenti intelligence americane, secondo quanto riporta il WSJ, sono ancora divise sul tema. Il National intelligence council, un organismo di alti funzionari dell’intelligence, insieme a quattro agenzie, è convinto che si tratti di una trasmissione virale di origine animale e del tutto fortuita. La Cia, come l’Fbi prima, si è sbilanciata verso l’ipotesi del laboratorio dopo un periodo di stallo in cui ammetteva entrambe le possibilità. Una presa di posizione, quella della Cia, che arriva pochi giorni dopo che il Senato americano ha confermato come nuovo direttore dell’agenzia John Ratcliffe, nominato da Donald Trump e fermo sostenitore della teoria del laboratory leak. Lo stesso Ratcliffe, in una intervista a Breitbart, ha affermato che indagare a fondo sulla questione sarà una «priorità assoluta».

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