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Elena Cattaneo spiega perché l’Italia fuori dall’Oms non è una buona idea: «Il nazionalismo scientifico ci manderà a sbattere»

elena cattaneo italia oms
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La scienziata e senatrice a vita: «Tutelando la tua salute oggi tutelo anche la mia domani»

La Lega ha presentato una proposta di legge per far uscire l’Italia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Seguendo la decisione per gli Stati Uniti presa da Donald Trump. Elena Cattaneo, scienziata di fama internazionale e senatrice a vita, spiega cosa c’è che non va nella proposta: «Il nazionalismo scientifico è la ricetta più sicura per andare a sbattere contro il muro dell’ignoranza e della superstizione», esordisce in un’intervista a La Stampa. Secondo Salvini l’Oms è «un centro di potere sovranazionale profumatamente pagato dai contribuenti italiani». E chiede di usare «quei cento milioni» per sostenere la sanità italiana.

L’Italia e l’Oms

«Continuo a credere che l’impegno dei leader politici mondiali dovrebbe essere rivolto a far sì che tutti, in ogni luogo, con ogni Pil, possano beneficiare dei prossimi traguardi sanitari. Non per astratta filantropia, ma perché tutelando la tua salute oggi tutelo anche la mia domani», spiega Cattaneo a Maria Rosa Tomasello. E sulle critiche all’Oms, rievoca la scienziata, «mi ricorda quando l’alfiere della Brexit, Nigel Farage, sosteneva che abbandonare l’Ue avrebbe consentito di dirottare al sistema sanitario britannico 350 milioni di sterline. Era una bufala, fu lo stesso Farage a riconoscerlo, ma ormai il danno era fatto». Durante la pandemia «l’Oms ha permesso la condivisione di dati e risultati senza i quali vaccini e campagne vaccinali sarebbero arrivati più tardi. Con conseguenze enormi».

La pandemia

E ancora: «La dimensione mondiale dell’Oms ha permesso ai governi di ciascun Paese di attuare misure di protezione che, sebbene criticate per la loro durezza, hanno aiutato a contenere il numero delle vittime. Abbiamo letto di alcune decisioni sbagliate nel gestire una pandemia mai immaginata né sperimentata. È importante studiare ogni aspetto di quanto accaduto per non ripetere gli stessi errori, se prevedibili». Poi spiega: «Oltre alla disamina dei costi dell’Oms sarebbe interessante capire come i promotori dell’Oms-exit intendano sopperire alle funzioni proprie dell’organizzazione. Dove recupererebbero i dati globali su cui fondare le azioni necessarie a fronteggiare le emergenze sanitarie nel mondo che toccano tutti. Anche gli Stati Uniti».

Il nazionalismo scientifico

Cattaneo se la prende con «il nazionalismo scientifico, a partire dall’ambito biomedico, l’idea autarchica di una conoscenza che si arresta alle frontiere. Non solo è una contraddizione col metodo della scienza che ha il suo Dna nel confronto senza confini tra studiosi ed enti. Ma è la ricetta più sicura per andare a sbattere contro il muro dell’ignoranza e della superstizione, producendo povertà e marginalità». Per la scienziata «quando si legifera ignorando, o peggio, distorcendo i dati scientifici salta il rapporto con la realtà, e tutto si riduce a un rapporto di forza, quantitativo, tra chi afferma il dato scientifico che due più due fa 4 e chi sostiene che faccia 3 o 5. Oggi, sorprendentemente, vivere in una realtà alternativa, dove i dati cambiano a seconda di quello che fa comodo, viene visto da molti come un obiettivo, e non più un pericolo».

Il clima

Infine, Cattaneo rivela che nella comunità scientifica «il clima era di forte apprensione già nei giorni successivi alla rielezione del presidente Trump. Un editoriale della rivista scientifica Nature riportava la preoccupazione della comunità scientifica ma allo stesso tempo invitava gli scienziati degli Stati Uniti a non rinunciare a un dialogo con la nuova amministrazione e a impegnarsi ancora di più nel mettere a disposizione fatti ed evidenze, nella consapevolezza che non sarebbero stati da soli, perché la comunità della ricerca è globale».

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