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Klaus Walter, abusato da un prete pedofilo a Bolzano: «Quella faccia diabolica mi ha perseguitato per anni»

25 Gennaio 2025 - 06:26 Alba Romano
klaus walter prete pedofilo bolzano
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Il suo è uno dei 67 casi accertati in cinquant'anni: lui trasferito più volte ma mai denunciato

Klaus Walter ha 69 anni. È un liutaio e abita a Bolzano. Il suo è uno dei 67 casi accertati di abusi sessuali nella diocesi di zona tra 1964 e 2023. «Da 56 anni a questa parte non c’è giorno in cui non pensi agli abusi subiti da quel parroco quando ero solo un bambino che pascolava le mucche in alpeggio. Per anni ho avuto gli incubi e ho pensato che quel prete avesse rovinato la mia sessualità, che non mi sarei mai fatto una famiglia. Lui, per le sue tendenze pedofile, era stato trasferito più volte, ma mai denunciato o sospeso: è morto riverito e rispettato. Io invece non sono stato creduto per decenni, considerato matto, e questo mi ha fatto anche andare in depressione e tentare il suicidio», dice oggi in un’intervista a La Stampa.

Il prete pedofilo di Bolzano-Bressanone

Walter spiega che solo di recente la chiesa ha preso le sue accuse seriamente. Tanto che sono arrivate le scuse del vescovo Ivo Muser. «Perché lo racconto mettendoci la faccia? Ci vuole un coraggio da matti a parlarne ma devo farlo perché non riaccada, perché non vi siano altri bambini vittime di abusi da parte di sacerdoti come il sottoscritto. Bisogna denunciare. Se avessi taciuto mi sarei sentito colpevole, in qualche modo complice», spiega a Benedetta Centin.

Poi racconta come è stato approcciato dal parroco: «Era l’estate del 1969, io, 13 anni, un bimbo ingenuo che nulla sapeva di sessualità. Ero al maso, a pascolare le mucche nel paesino di montagna sotto il Corno Bianco, quando il parroco mi ha raggiunto. Pensavo volesse pregare con me, invece con la scusa di giocare al dottore mi ha spogliato e toccato. Mi sono arrotolato come un riccio per impedirglielo e sono anche svenuto. Purtroppo non fu un episodio isolato».

La faccia diabolica

Il liutaio ricorda «quella faccia diabolica, con quel sorriso che non aveva nulla di gentile, piuttosto di demoniaco. Un volto che mi ha perseguitato per anni in un incubo ricorrente: io dentro una bottiglia, all’inferno, e il prete che voleva farmi uscire. Ma non è riuscito a rovinarmi la vita: Dio, la preghiera, mi hanno aiutato».

E spiega: «Quando il prete tornava, per non farsi sentire o vedere evitava il sentiero: saltava fuori all’improvviso da un cespuglio e io mi impietrivo, non riuscivo a scappare. Mio cugino invece, 17 anni, lo aveva spinto via facendolo cadere. Allora il parroco, alla predica in chiesa, si era lamentato dei giovani molto maleducati che andavano raddrizzati. Da non crederci: la colpa era ricaduta su mio cugino che aveva trovato il modo di sfuggire alle sue avances. Quelle che ha riservato a diversi ragazzini. In un paese vicino, a detta della gente, un 14enne era anche arrivato a togliersi la vita e quel prete teneva la sua foto sulla scrivania».

Omosessuale e pedofilo

Secondo Walter «si sapeva sì che, omosessuale e pedofilo quale era, prendeva sulle ginocchia i ragazzini e tentava di abusarne o arrivava a farlo. Veniva anche insultato da alcuni parrocchiani con gli davano della poco di buono. Ma se lo raccontavi in paese di esserne stato vittima prendevi una sberla e la chiesa ti smentiva, riversava la colpa su di te: un sistema che non si poteva cambiare».

E ancora: «All’epoca dei fatti ne avevo parlato con mia zia perpetua che mi aveva redarguito dicendo: “Non hai rispetto del parroco, lui ama i bambini, bisogna lasciarlo fare”. Solo 50 anni dopo mi ha chiamato dicendosi dispiaciuta perché non mi aveva aiutato. Ho riferito degli abusi solo in età adulta alla mia famiglia e a una stretta cerchia di amici, e mi hanno creduto. Ma non lo hanno fatto quando mi sono rivolto allo sportello abusi per vittime di abusi istituito nel 2010 dalla Diocesi, non lo ha fatto il vicario generale che invece ha coperto il mio caso, dicendomi “impossibile, quel prete prega molto e fa tanto del bene”. Lo dovevo rincontrare nel 2022, ma è morto 5 giorni prima».

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