L’Argentina vuole depenalizzare il femminicidio: «Crea privilegi e mette metà della popolazione contro l’altra». Così Milei si allinea a Trump
Via la norma sul femminicidio dal codice penale. È l’ultima trovata del governo voluto da Javier Milei, entrato in carica il 10 dicembre 2023 in seguito alle elezioni presidenziali. Per il ministro della Giustizia Mariano Cúneo Libarona, la norma attuale implica «una distorsione del concetto di uguaglianza che crea solo privilegi, mettendo metà della popolazione contro l’altra», si legge su X. «Questa amministrazione difende l’uguaglianza davanti alla legge sancita dalla nostra Costituzione nazionale – continua -. Nessuna vita vale più di un’altra». Per modificare la normativa attualmente in vigore in Argentina – che prevede un aumento di pena per l’omicidio di donne legato a motivi di genere – è necessario approvare un legge in parlamento, dove però il governo è in minoranza, e osteggiato dall’opposizione di centro-sinistra, che aveva introdotto pene più severe per il femminicidio quando era al potere. Stando ai dati dell’ufficio del difensore civico, dal 1° gennaio al 15 novembre dello scorso anno (ultimi dati disponibili) in Argentina si sono verificati 252 femminicidi. Il rapporto indica che il 66% delle vittime sono state uccise in casa, mentre nell’84% è stata accertata una precedente relazione con l’autore del reato.
January 24, 2025
«Questo farà Trump, questo sta facendo l’Argentina»
Nel suo intervento al Forum economico mondiale di Davos, Milei aveva criticato il concetto di femminicidio poiché, stando alle sue parole, «legalizza che la vita di una donna vale più di quella di un uomo». Più in generale, il discorso del presidente argentino, il 23 gennaio scorso, era stato caratterizzato da una lunga condanna alla cosiddetta «agenda woke» e al «femminismo radicale», bollati come «un cancro e un virus mentale che va curato». La depenalizzazione potrebbe inserirsi, scrivono i media argentini, in un piano più ampio con cui il governo intende eliminare qualsiasi riferimento normativo a quote riservate, come ad esempio nel lavoro, così come la possibilità di prevedere il genere non binario nei documenti di identità. Una mossa che ricalca quella di Donald Trump, impegnato nella sua crociata anti-aborto e contro tutte le politiche che propongono una visione aperta e fluida dell’identità di genere. «Questo farà Trump, questo sta facendo l’Argentina», le parole di Milei a Davos. Detto, fatto.