Sei Nazioni 2025: storia, calendario e dove vedere le partite del più importante torneo di rugby europeo
Italia, Francia, Inghilterra, Irlanda, Galles, Scozia: il meglio del rugby a 15 europeo in un mese e mezzo di sfide. Da venerdì 31 gennaio a sabato 15 marzo 2025 andrà in scena il Sei Nazioni, storico torneo della palla ovale. Tra chi, come Irlanda e Francia, ha gli occhi puntati sulla vittoria finale e chi, Galles e Italia su tutti, deve ritrovarsi o cerca conferme. Un girone unico, con sole partite di andata. Quindici match per incoronare la migliore squadra del Vecchio Continente, anche se – nel mondo della palla ovale – bisogna poi sempre fare i conti con l’emisfero australe. La 131esima edizione del torneo arriva in Italia anche con una piacevole sorpresa: tutte le partite degli azzurri saranno trasmesse in chiaro.
Cos’è il torneo del Sei Nazioni
Il Sei Nazioni è uno dei tornei sportivi più antichi al mondo. Nasce nel 1883 come Home Nations Championship, un torneo che riunisse le quattro nazioni delle isole britanniche. L’Irlanda, divisa tra Nord inglese e sud indipendente, gareggia tutta unita: il rugby è uno dei pochissimi sport in cui accade. Con la partecipazione della Francia tra il 1910 e il 1931 – e poi ancora tra il 1947 e il 1999 – diventa Cinque Nazioni. Si arriva a sei solo nel 2000, anno in cui l’Italia viene ammessa nell’Olimpo del rugby europeo. Insomma, un evento unico che unisce quei Paesi dove il rugby è nato e scorre nelle vene di tutti e l’Oltremanica, dove la palla ovale è diventata (o sta cercando di diventare) una rivale di quella rotonda.
Alla competizione maschile, negli anni si sono aggiunte anche due ulteriori versioni parallele: una tutta al femminile dal 1998 (l’ingresso della nazionale azzurra in questo caso è datato 2007) e una per i giovanissimi talenti (prima under-21, dal 2008 under-20). In tutte le categorie a dominare ogni record è l’Inghilterra, spesso e volentieri seguita a ruota da un’altra nazionale britannica, che sia il Galles o l’Irlanda. L’Italia è storicamente, suo malgrado, l’ultima ruota del carro. Gli ultimi anni, con successi storici in tutti e tre i tornei, dimostrano però un movimento azzurro in crescita.
Le squadre del Sei Nazioni e le loro ambizioni
Un anno fa la coppa è stata alzata nel cielo di Dublino dall’Irlanda, campione per la 24esima volta nella sua storia. Sono anni che la formazione di coach Andy Farrell naviga tra le prime posizioni, non solo del Sei Nazioni ma anche del ranking mondiale. Evidente che l’obiettivo rimanga uno solo, confermarsi i primi della classe in Europa. E nel frattempo trovare il bandolo della matassa per affrontare le big dell’Emisfero Sud, tallone d’Achille di una squadra che per ampi tratti di stagione non sembra avere punti deboli. Le ambizioni irlandesi sono però condivise dalla Francia – che riabbraccia il fenomeno Antoine Dupont, tre volte miglior giocatore del torneo – e dall’Inghilterra, che dopo un periodo di seria difficoltà ha il dovere di rifarsi spazio tra le migliori nazionali al mondo.
Se per queste tre la vittoria è il minimo sindacabile, per la Scozia portarsi a casa il Sei Nazioni sarebbe un’impresa poco meno che storica. La formazione delle Highlands, così come i «cugini» gallesi, deve fare però reggere l’urto di un ricambio generazionale consistente. E l’Italia? L’ultimo decennio è forse stato il più difficile, i successi si contano sulle dita di una mano. Almeno fino al 2024, quando l’arrivo di Gonzalo Quesada come allenatore ha dato nuova linfa e una solidità mai vista alla nazionale. Due vittorie (Scozia e Galles), il pareggio a Parigi e la quasi impresa contro l’Inghilterra sono il timbro di una delle migliori edizioni, la scorsa, mai giocate dagli azzurri. Ora arriva il compito più arduo: confermarsi una squadra di livello, o per dirla all’inglese world-class.
Il calendario completo del Sei Nazioni, quando gioca l’Italia
Durante il torneo ogni nazionale sfida una volta ciascuno degli altri cinque partecipanti: si tratta quindi di un girone unico, con sole partite di andata, che si snoda su cinque differenti fine settimana. Quest’anno l’Italia giocherà tre sfide allo Stadio Olimpico di Roma e due fuori casa. Ecco il calendario e gli orari italiani di ogni sfida del Sei Nazioni 2025.
Giornata 1
Venerdì 31 gennaio:
- Francia – Galles, ore 21.15
Sabato 1 febbraio:
- Scozia – Italia, ore 15.15
- Irlanda – Inghilterra, ore 17.45
Giornata 2
Sabato 8 Febbraio
- Italia – Galles, ore 15.15
- Inghilterra – Francia, ore 17.45
Domenica 9 Febbraio
- Scozia – Irlanda, ore 16.00
Giornata 3
Sabato 22 Febbraio
- Galles – Irlanda, ore 15.15
- Inghilterra – Scozia, ore 17.45
Domenica 23 Febbraio
- Italia – Francia, ore 16.00
Giornata 4
Sabato 8 Marzo
- Irlanda – Francia, ore 15.15
- Scozia – Galles, ore 17.45
Domenica 9 Marzo
- Inghilterra – Italia, ore 16.00
Giornata 5
Sabato 15 Marzo
- Italia – Irlanda, ore 15.15
- Galles – Inghilterra, ore 17.45
- Francia – Scozia, ore 21.00
Dove vedere le partite del Sei Nazioni 2025
In Italia, le partite dei Sei Nazioni (maschile, femminile e under 20) saranno trasmesse da Sky. Quest’anno, per la prima volta dal 2002, i diritti non saranno esclusivi. La Federazione italiana ha infatti comunicato un accordo tra l’emittente inglese e la Rai, che tornerà a trasmettere in chiaro tutti i match delle tre nazionali azzurre. Non solo: l’accordo includerebbe anche le amichevoli del prossimo autunno della squadra maschile.
Sei Nazioni, i trofei in palio e la beffa del «Cucchiaio di legno»
Una particolarità del Sei Nazioni è che non solo il vincitore finale del torneo è premiato con una coppa da sollevare al cielo. Ogni anno, infatti, sette partite sono evidenziate nel calendario: sono i match in cui acerrimi e storici rivali si giocano, ogni anno, la possibilità di vincere un trofeo. Una vittoria concreta quanto simbolica, soprattutto per quanto riguarda gli intrecci tra Inghilterra e Scozia (la storica Calcutta Cup, creata nel 1883) e tra Italia e Francia (Trofeo Garibaldi). C’è poi, ovviamente, anche un tema di denaro: 5 milioni di sterline per il vincitore, 3.5 per il secondo classificato, 2.5 per il terzo e poi a scalare fino al milione riservato all’ultimo. Tutto fila liscio, eccetto nel caso in cui il vincitore non si sia portato a casa tutte e cinque le partite giocate: in questo caso – il cosiddetto Grande Slam – gli è riservato un milione aggiuntivo, altrimenti diviso equamente tra le altre nazionali. Nella storia del torneo nessuno ha vinto più Grande Slam dell’Inghilterra.
Non mancano, in vero stile rugbistico, riconoscimenti goliardici e puramente metaforici. Il più celebre è il «cucchiaio di legno», conferito all’ultima classificata e associato al “Whitewash” se quella squadra ha raccolto solo sconfitte. In questa particolare classifica l’Italia detiene un triste primato: 18 wooden spoons, di cui 13 senza mai vincere una partita. La speranza è che con Gonzalo Quesada sia ufficialmente iniziata una nuova era del rugby azzurro, e le premesse non sono male.