«Co****ne», «Ma non eri un lupo?»: il dissing tra Adani e Caressa finisce a Le Iene. Il precedente a Sky e le scuse (mai arrivate) – I video
Niente scuse, il servizio mandato in onda ieri da Le iene sugli insulti di Lele Adani ai danni, si presume, di Fabio Caressa, la scorsa settimana durante il podcast Viva El Futbol su Twitch, non è servito a calmare le acque nel dissing tra i due personaggi legati al mondo del calcio. Non è la prima volta che il telecronista romano in forza a Sky viene attaccato duramente dai protagonisti di Viva El Futbol (oltre ad Adani, Nicola Ventola ed Antonio Cassano). Questa volta le divergenze vertono sulla diversa considerazione che Caressa e Adani hanno della nazionale norvegese, possibile avversaria dell’Italia nel girone di qualificazione ai mondiali di Canada e Stati Uniti, qualora dovessimo perdere il match di Nations League contro la Germania. Il primo, ai microfoni di Deejay Football Club, il programma su Radio Deejay condotto con Ivan Zazzaroni, avrebbe sminuito la forza della Norvegia, dicendo: «Se dobbiamo avere paura della Norvegia meglio se stiamo a casa», il secondo, in disaccordo, avrebbe commentato, senza mai fare il nome di Caressa, dandogli del co****ne. «Qualche co****ne, che non sa fare questo lavoro ma ci guadagna da 30 anni, avrebbe detto: “Ma se dobbiamo avere paura della Norvegia…”. Oh co****ne, me lo hanno riportato ed io devo chiamarti col tuo vero nome: co****ne». Proprio perché non si tratta del primo attacco, sempre in forma anonima, da Viva El Futbol a Caressa, in molti sono giunti alla conclusione che Adani stesse parlando proprio del telecronista.
La risposta di Caressa
Fabio Caressa raramente risponde alle provocazioni degli ex calciatori conduttori di Viva El Futbol. Questa volta, spinto dal pressing sui social, ha deciso di non tacere. Durante uno degli appuntamenti fissi sul suo canale YouTube mostra un disegno di Lord Voldemort, celebre personaggio della saga di Harry Potter il cui nome non si può pronunciare. Il telecronista più che entrare nel merito delle opinioni differenti rispetto alla pericolosità della Norvegia, mette in evidenza come un certo linguaggio violento niente può avere a che fare con lo sport, arrivando a definire l’atteggiamento di Adani diseducativo. «Non amo il dissing per fare hype – dice Caressa – però stavolta è giusto dire due parole: viviamo tempi di violenza generalizzata, nello sport non c’è un nemico, c’è un avversario: stringi la mano, ti confronti, ognuno con le proprie armi, nel tentativo di vincere, seguendo le regole. Una bellissima trasmissione di pensiero, un bellissimo messaggio culturale. Un microfono poi è una cosa importante, perché noi, attraverso un microfono, trasmettiamo cultura. La rabbia eccessiva, l’insulto, non fanno parte di questo mondo, non devono, perché come ti confronti lealmente sullo sport così devi confrontarti nella discussione sportiva. È bella la discussione sportiva – continua Caressa – è il nostro pane, però, come in tutte le cose, ha delle regole di comportamento: non si insulta, si cerca di non avere opinioni preconcettuali, si discute, ognuno con le proprie armi, uno punta sui numeri, punta sulla propria impressione…senza rabbia e senza insulti. Mi avete mai sentito insultare qualcuno? L’insulto perché non si è d’accordo porta a momenti della storia molto bui, quindi noi dobbiamo stare attenti, soprattutto noi che parliamo con questi nuovi strumenti e ci rivolgiamo ad un pubblico più giovane. Io continuerò sulla mia strada, quella delle idee difese, anche con forza, ma sempre con rispetto, mai con maleducazione e violenza». Sul finale il vero messaggio di risposta ad Adani: «Da quello che ho visto su internet, in maniera conclamata sono io l’oggetto dell’assalto. Allora penso che sia così e se non è così, visto che è diventata cosa conclamata, c’è bisogno di smentirlo, però quando si attacca qualcuno è bello farlo citando il nome. Sennò il coraggio…il lupo…l’ululato…dove sono finiti?»
Il servizio de Le Iene
La smentita richiesta da Caressa non è mai avvenuta, nemmeno dinanzi al microfono della iena Filippo Roma. Anzi, Lele Adani, pur riconoscendo il talento di Caressa come telecronista («si merita di ottenere tutto ciò che ha ottenuto»), non indietreggia rispetto l’appellativo rivolto al giornalista Sky, facendo intuire, come sottolinea la stessa iena Filippo Roma, che dietro ci potrebbe essere qualcosa successo a telecamere spente. Magari in passato, ricordando che Lele Adani ha inaugurato la sua carriera di commentatore sportivo proprio a Sky salvo poi aver lasciato l’azienda con qualche evidente e mai nascosta incrinatura con la redazione sportiva della rete, specie dopo un’ormai famosa lite con Massimiliano Allegri. D’altra parte Caressa continua a rivendicare il fatto che l’attacco sia stato fatto senza dichiarare nome e cognome e comunque eventuali scuse di Adani non sarebbero state accettate. Non si sa se la questione verrà definitivamente chiusa, non lo è stato in passato quando Caressa è stato attaccato (più volte) da Antonio Cassano, sempre crudo e spietato nei suoi commenti. L’ex fenomeno barese pochi giorni fa ha fatto di nuovo scintille con Christian Vieri, l’ideatore del podcast tra vecchie glorie (e amici) del calcio che prese il via durante il primo lockdown causa emergenza Covid. Poi, come si sa, il progetto venne abbandonato quando i quattro i litigarono e si separarono.