La risposta di Liliana Segre all’antisemitismo: «Sono quella di allora, una gamba davanti all’altra contro minacce e insulti» – Il video
«Non potevo prescindere dall’abbinare il 27 gennaio con il giudice Edoardo Volterra. Chi ha vissuto quella data ne ha un ricordo particolare, perché quasi nessuno sa cosa successe. Quelli che erano prigionieri nei campi, non leggendo giornali e non sapendo cosa accadesse oltre il filo spinato, sentivano gli aerei passare. Capivamo che stava accadendo qualcosa». Queste le parole della senatrice a vita Liliana Segre, durante la commemorazione nel Giorno della Memoria, organizzata presso la Corte Costituzionale del giudice della Consulta Edoardo Volterra, perseguitato dalle leggi razziali. «Prima del 27 gennaio – spiega – fu interrotto il lavoro nella fabbrica dove lavoravo per fare la “marcia della morte“, chiamata così perché chi non riusciva a camminare veniva ucciso. Io camminavo senza voltarmi. Io ero così abituata a quella visione che non mi voltavo, mettevo una gamba davanti all’altra e andavo avanti. Volevo vivere. Sono passati 80 anni e oggi son una vecchia ma sono sempre quella Liliana d’allora, con una gamba davanti all’altra. E così vado tra minacce, parolacce che mi vengono riferite e riportate tutti i giorni in grande abbondanza». «Quando mio figlio mi dice ‘sei depressa’ rispondo sempre ‘una gamba davanti all’altra’. Non ho paura», ha aggiunto la senatrice.