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«Rosa Vespa dopo un ritardo era convinta di esser incinta». Ora è caccia ai complici che potrebbero averla aiutata

27 Gennaio 2025 - 14:15 Stefania Carboni
rosa vespa acqua moses
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Chiesta la perizia psichiatrica sulla donna che ha rapito la piccola Sofia. Le rassicurazioni al marito sul certificato di nascita: lo faremo dopo le dimissioni

Possibile che nessuno abbia aiutato Rosa Vespa nel mantenere il suo “segreto” per tutti i nove mesi dela sua finta gravidanza culminata con il rapimento della piccola Sofia dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza? Suo marito, Acqua Moses Omogo Chiediebere, è stato scarcerato. Sarebbe stato all’oscuro di tutto. Così come i parenti, riuniti la sera dell’arresto a casa della coppia per festeggiare il nuovo arrivato. Gli inquirenti della squadra mobile di Cosenza stanno dando la caccia alla presunta talpa che avrebbe favorito Rosa Vespa, dandole documenti falsi come le ecografie, i test delle analisi e le ricette per le visite ginecologiche. Intanto emergono nuovi dettagli nell’ordinanza di convalida di arresto della donna. La follia di Rosa è iniziata con una verità e una bugia seguiti a quella verità: un ritardo del ciclo di due mesi.

Il ritardo di due mesi, le bugie e quelle rassicurazioni sul certificato di nascita

«Nel mese di maggio 2024, a fronte dell’assenza di ciclo mestruale che si prolungava da due mesi, l’indagata si convinceva di essere rimasta incinta e di ciò informava il marito, che era in procinto di partire per la Nigeria, a seguito della morte della madre; da questo momento la Vespa non cercava riscontri clinici a tale ‘autodiagnosi’, non recandosi da un ginecologo, ne sottoponendosi ad esami di routine (se non fittiziamente)», riporta nero su bianco l’ordinanza. «A specifica domanda l’Omogo dichiarava che, sia in occasione delle visite durante la gravidanza che durante il parto, la moglie aveva sempre detto che avrebbe dovuto aspettare fuori perché non era consentito l’accesso ad altre persone. Dopo il parto, inoltre, Omogo si preoccupava di chiedere alla moglie come avrebbe dovuto procedere per la registrazione della nascita del bambino, ottenendo in merito una serie di rassicurazioni da parte della Vespa che verosimilmente, approfittando della non perfetta conoscenza delle procedure burocratiche italiane da parte del marito, gli diceva che tale adempimento si sarebbe dovuto effettuare dopo le dimissioni del bambino, recandosi in Comune, affermando altresì che le aveva già provveduto a firmare qualcosa subito dopo la nascita». Vespa si trova in carcere a Castrovillari, dove nei prossimi giorni sarà sottoposta ad una visita da parte di un medico nominato dall’avvocata della donna, Teresa Gallucci per valutarne lo stato mentale. «La famiglia Vespa – ha detto all’Ansa l’avvocata Gallucci – sta vivendo un doppio trauma, la sorella Marina e la madre sono distrutte, non solo dal punto di vista giudiziario, ma anche umano, perché tutti aspettavano l’arrivo di un bimbo in famiglia».

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