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Deepseek spaventa i mercati, Nvidia crolla ma ecco perché c’è qualche ragione per essere ottimisti

28 Gennaio 2025 - 13:30 Mariangela Pira
Se per alcune aziende il calo del costo dei loro prodotti è una cattiva notizia, per le altre società più tradizionali dell’S&P500 (che i costi li taglieranno) la start-up cinese potrebbe essere una novità positiva

È un vero e proprio tsunami quello che ha colpito Wall Street il 27 gennaio. Se fino a ieri il mercato vedeva nei dazi il maggiore elemento di incertezza, le cose in questa settimana sono cambiate con l’avvento di un modello di IA, prodotto dalla cinese Deepseek e comparabile a quello delle big tech americane, che ha completamente sparigliato le carte. Tanti i dubbi degli analisti e il primo riguarda i costi. Wall Street ha raggiunto livelli record grazie ai titoli legati all’intelligenza artificiale. Azioni come quella di Nvidia – azienda americana che domina il mercato dei chip – che ieri, in un solo giorno, ha bruciato 600 miliardi di capitalizzazione. Sono società che hanno promesso rose e fiori al mercato grazie all’aumento della domanda di chip e al loro costo importante che avrebbe garantito alle stesse società ottimi margini di guadagno. Eppure sembra Deepseek sia riuscita a produrre un modello di intelligenza artificiale (R1) capace di competere con il sistema più avanzato di OpenAi (01) utilizzando chip Nvidia meno performanti e in numero minore. Adesso che si affaccia un competitor cinese che produce la stessa cosa a un ventesimo di costo, le aziende continueranno a comprare da Nvidia? La società americana riuscirà a mantenere le promesse sui margini, ovvero su quanto guadagna dalla vendita dei suoi semiconduttori? Perché il mercato – ed è incorporato nel prezzo delle azioni Nvdia – si aspetta questo. Se le promesse non saranno mantenute – questo il timore – così come è salito, il titolo crollerà. Vale la pena ricorda che Nvidia nel 2024 è salita in Borsa del 178%.

Secondo alcuni analisti, Deepseek non avrebbe utilizzato solo chip Nvidia per costruire i suoi modelli, ma anche dispositivi cinesi. Molti sostengono invece che Pechino avrebbe aggirato il divieto Usa di esportare nel Paese asiatico i semiconduttori americani, comprandoli a Singapore. Un indizio c’è: la crescita del fatturato di Nvidia nella regione di Singapore è quadruplicata di un anno. Questo significherebbe che i costi del modello R1 sono più alti di quanto affermato da Deepseek.

Come si muove la Cina

In questi casi è bene sempre ricordare che per chi ha questi titoli in portafoglio la perdita non si verifica – è solo potenziale – finché non si vende. Questo è un principio fondamentale che aiuta anche ad evitare le vendite dettate dal panico, il cosiddetto panic selling. Alcuni analisti a Wall Street peraltro – come Bernstein – guardano al bicchiere mezzo pieno: la domanda di chip non sta diminuendo e una maggiore efficienza porta maggiore crescita. Gli investimenti globali del resto, a partire dai 140 miliardi della Cina, dimostrano che l’intelligenza artificiale non sta rallentando.

Cosa è la “rotazione settoriale”

Prima di questa settimana Wall Street era vicina ai record storici (rispetto alla crescita del Nasdaq pari al 20% nel 2024, i tech cinesi avevano registrato crescita zero) grazie ai titoli legati all’intelligenza artificiale che macinavano guadagni, in particolare dopo l’annuncio del Presidente Trump del progetto Stargate, una joint venture da 500 miliardi di dollari il cui proposito è quello di costruire infrastrutture chiave per lo sviluppo AI. Da tempo però i trader parlano di “rotazione settoriale” ovvero acquisti non più rivolti alla tecnologia ma ad altri settori che sul mercato americano e altrove sono rimasti indietro. Quel che sta accadendo potrebbe aiutare il processo. Se per Nvdia e company il calo del costo dei loro prodotti è una cattiva notizia, per le altre società più tradizionali dell’S&P500 che i costi li taglieranno (i chip costeranno meno) potrebbe essere una novità positiva e importante.

Dov’è l’Europa?

Infine Pechino sta dimostrando di poter competere con modelli alternativi e costi aggressivi. Ma soprattutto, in una fase delicatissima dal punto di vista degli scambi commerciali tra Cina e Usa, sta alimentando – come riporta un report di Gamma Capital Markets – una sfida geopolitica e di mercato. In ogni caso, chi ha un chip più preciso, chi più economico, Usa e Cina la partita la stanno giocando. L’Europa dov’è? Sembra, ad ora, completamente tagliata fuori da questo match.

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