L’insegnante che manda insulti omofobi via chat al collega: «Pedofilo infame» , «Denuncio te e quelle m…e che ti sei cresciuto da delinquenti»
Una docente del liceo Kenney ha insultato un collega, Massimo Frana, che ha denunciato tutto alla dirigenza della scuola. Gli insulti sono arrivati tramite chat il 19 dicembre, quando gli studenti dello scientifico di Monteverde Vecchio hanno visto il film Il ragazzo dai pantaloni rosa di Margherita Ferri, adattamento cinematografico della storia di Andrea Spezzacatena al cinema Sacher. «Avevo sottolineato ai ragazzi l’importanza di avere fiducia nei propri docenti e di condividere con loro eventuali difficoltà», ha detto Frana a Gay.it. Così «ho raccontato la storia di un mio ex studente, che dopo il diploma si è confidato con me dicendomi che si sentiva Margherita e stava intraprendendo un percorso di transizione: ho cercato di trasmettere ai ragazzi che il processo di ridefinizione della propria identità è lungo e complesso, ma fondamentale per il proprio benessere».
La collega
La collega era intervenuta per parlare della fragilità delle nuove generazioni, «incapaci, secondo lei, di affrontare le difficoltà della vita». Durante il dibattito l’insegnante si alza di nuovo per parlare. ma quando non le viene concessa la parola per dare modo a tutti di dire la loro spintona uno dei presenti. A quel punto i referenti del cinema Sacher fermano tutto. Poche ore dopo in chat Frana riceve dei messaggi: «Vi rovino tutti, fr..i de m…a», «Pedofilo infame» , «Denuncio te e quelle m…e che ti sei cresciuto da delinquenti». E ancora: «il tuo alunno è un bullo obeso». I messaggi diventano 30 in pochi giorni: «Dio vi farà pagare finché crepate, spero in una sofferenza atroce» , «Fr…… zo infame» , «Verme pervertito».
La scuola
La prof se l’è presa anche con una donna che potrebbe essere la preside del Kennedy. La scuola ha messo in piedi dei passi formali per approfondire l’accaduto. «Inutile continuare a negare che nelle scuole l’assenza dell’educazione alla sessualità e all’affettività non sia un problema. Lo è sia per gli studenti che per gli adulti», dice Rosario Coco, presidente di Gaynet.