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La vita spericolata di Radja Nainggolan, dalle notti in discoteca allo champagne fino al traffico di cocaina

radja nainggolan cocaina
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Stamattina comparirà davanti al giudice istruttore. I poliziotti gli hanno sequestrato l'auto. Lui nega ogni coinvolgimento

Traffico internazionale di stupefacenti. Ovvero, cocaina. L’accusa a cui dovrà rispondere Radja Nainggolan, ex calciatore di Cagliari, Roma e Inter, insieme ad altre 15 persone viene da un’indagine che parte da Aversa. Il suo avvocato Omar Souidi dice che il giocatore «nega ogni coinvolgimento in questo dossier e sta collaborando con le indagini della polizia». Stamattina comparirà davanti al giudice istruttore. Al momento della perquisizione invece «era in giro con la sua fidanzata». E non è andato all’allenamento della squadra di calcio di seconda divisione Lokeren-Temse, con cui è tesserato. I poliziotti avrebbero sequestrato e portato via anche la sua auto.

Il ghetto di Aversa

Nainggolan nel ghetto di Aversa è cresciuto. Mezzo indonesiano e mezzo belga, ha raccontato che in casa «eravamo tre. Mio padre era sparito e mia madre doveva pagare i suoi debiti. Guadagnava 1.300 euro, lavorava 10 ore al giorno. Mangiavamo le stesse cose anche tre volte a settimana e per un mese potevamo restare senza elettricità. Quando mi trasferii in Italia e guadagnavo 1.400 euro al mese, ne mandavo 500 a mia madre per aiutarla. Sono andato a trovare mio padre in Indonesia, volevo dargli un’altra possibilità. L’unica cosa che mi ha chiesto sono i soldi». Nel 2014 dopo una lite con la moglie Claudia con la figlia di due anni in auto con loro lei lo aveva difeso: «Chi è che non litiga con il proprio marito? Si è trattato solo di un diverbio». Poi si sono lasciati.

Vita spericolata

Nel 2015 la polizia in Belgio lo ferma alle 7 di mattina di ritorno da una discoteca. Il tasso alcolico è di 2 milligrammi per litro (4 volte oltre il consentito) e addio patente. Nel 2022 lo arrestano proprio per guida senza patente. A causa delle sigarette elettroniche si fa sospendere dall’Aversa, mentre quelle vere avevano decretato il suo addio alla nazionale di Martinez. A Capodanno 2018 pubblica sui suoi social un video in cui beve, fuma, gioca con gli amici, bestemmia e urla. Nel dicembre 2018 è vittima di una truffa da 150 mila euro. Radja parla di clonazione dei codici dei suoi libretti di assegni. Ma alcuni sarebbero stati firmati proprio da lui. Per coprire perdite al Casinò.

Cocaina

Al porto di Anversa, il secondo più grande d’Europa, fra il 2018 e il 2024 è raddoppiata la quantità di cocaina sequestrata. Nel 2016 un suo ex socio in The Aviation Factory Red Lab, compagnia di noleggio di jet privati, era finito in un’inchiesta di traffico di droga che coinvolgeva Hezbollah. «L’equilibrio Radja lo trova nel fare tutto al massimo: mangia molto, corre molto, dà molti baci… », diceva di lui Luciano Spalletti all’epoca della Roma. All’epoca del passaggio all’Inter si raccontava di serate fino all’alba nei locali e del gioco dell’asta per le bottiglie di champagne: «Qual è la più costosa? 200, 300 euro…».

Walter Sabatini

Il dirigente sportivo Walter Sabatini lo portò alla Roma nel 2014. «Non credo possa aver fatto qualcosa che meriti la galera. È un uomo che non può andare neanche in commissariato, altro che carcere. È un ragazzo buono, di una bontà generosa e qualche volta questa generosità lo porta a fare cose un po’ ingenue. Però stiamo parlando di un ragazzo sano, un po’ frivolo, magari», dice oggi a Repubblica. Poi ricorda di avergli rivolto «tutto lo scibile degli insulti. Ma sempre senza speranza: io lo rimproveravo, lui faceva il viso dispiaciuto e il giorno dopo rifaceva le stesse cose. Se ti può dire qualche bugia te la dice e nessuno è mai riuscito a mettergli un freno. Ma da qui a essere un delinquente ce ne passa».

Le marachelle

Sabatini ricorda che le sue marachelle erano «fare bisboccia con gli amici, magari tornare tardi a casa la notte. Ma poi in campo dava tutto, non ha mai saltato una partita». Mentre oggi «Radja non può stare senza giocare, lui vive sapendo che ore sono solo perché gioca a calcio, se no non saprebbe neanche il mese in cui sta vivendo: avendo la partita sa più o meno di quale giorno e di quale mese stiamo parlando. È sicuramente un po’ scriteriato, ingenuo, ma sono convinto non possa essersi macchiato di un reato da perseguire».

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