Trump insiste sul suo piano di “pulizia” di Gaza: «È un posto violento, i palestinesi vivrebbero meglio altrove»
«Vorrei che andassero in un’area dove possano vivere senza sconvolgimenti, rivoluzioni o violenza». A parlare è Donald Trump e il riferimento è alla popolazione palestinese, sconvolta da oltre un anno di guerra nella Striscia di Gaza. Parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force One, il presidente americano è tornato sul suo controverso piano per «ripulire» l’enclave palestinese, costringendo i suoi quasi due milioni di abitanti a trasferirsi in Egitto e in Giordania. «Quando guardi la Striscia di Gaza – ha continuato Trump – è un inferno da così tanti anni… Ci sono state varie civiltà su quella striscia e c’è sempre stata violenza. Potresti far vivere le persone in aree che sono molto più sicure e forse molto migliori e molto più comode».
Netanyahu vola da Trump
A questo punto, i giornalisti presenti sull’Air Force One hanno provato a incalzare il presidente americano, chiedendogli se abbia smesso di credere nella soluzione due popoli-due stati. Il nuovo inquilino della Casa Bianca ha evitato di rispondere direttamente, dicendo che discuterà della questione con il primo ministro Benjamin Netanyahu «in un futuro non troppo lontano». Due fonti confidenziali hanno detto al Times of Israel che l’ufficio di Netanyahu sta pianificando un viaggio domenica 31 gennaio a Washington, dove incontrerà Trump all’inizio della settimana. Il viaggio non è stato ancora finalizzato e dipenderà dalla salute di Netanyahu, che si sta riprendendo dall’operazione alla prostata.
Il “no” di Egitto e Giordania
Nelle scorse ore, il piano per la “pulizia” di Gaza annunciato da Trump ha suscitato diverse reazioni nella comunità internazionale. Ad apprezzare la sua soluzione è soprattutto l’estrema destra israeliana, con il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, che parla di «un’ottima idea». A bocciare senza mezze misure la strategia di Trump sono, invece, i Paesi più direttamente interessati dal processo, ossia Egitto e Giordania. «Il nostro rifiuto dello sfollamento dei palestinesi è fermo e non cambierà. La Giordania è per i giordani e la Palestina è per i palestinesi», ha affermato Ayman Safadi, ministro degli Esteri giordano.
Foto copertina: EPA/Mohammed Saber | Migliaia di palestinesi in cammino verso il nord della Striscia di Gaza, 27 gennaio 2025