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Astronauti bloccati nello spazio, Trump chiede a Musk di accelerare: «Elon, riportali sulla Terra». E poi accusa Biden: «Li hai abbandonati»

29 Gennaio 2025 - 11:37 Ugo Milano
donald trump elon musk astronauti Nasa Joe Biden
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SpaceX, come in realtà deciso già da agosto 2024, trasporterà Butch Wilmore e Suni Williams. I due sono da mesi bloccati sulla Stazione spaziale per problemi tecnici

Il presidente americano Donald Trump allunga le mani anche sullo spazio, o meglio sulla Stazione spaziale internazionale (Iss) che orbita attorno alla Terra. Il tycoon ha infatti incaricato il braccio destro Elon Musk – con le navicelle della sua azienda SpaceX – di recuperare i due astronauti, Butch Wilmore e Suni Williams, rimasti “intrappolati” nella stazione per problemi tecnici. Nella comunicazione ufficiale, diffusa sul suo social Truth, il presidente americano ha accusato la precedente amministrazione Biden di aver «abbandonato nello spazio» i due scienziati della Nasa, l’agenzia spaziale americana. «Sono in attesa da molti mesi sulla Stazione Spaziale. Elon sarà presto in viaggio, speriamo che siano tutti salvi. Buona fortuna Elon!!!». Un’ingerenza, quella da parte del presidente americano, a cui la Nasa non era certo abituata.

Gli astronauti intrappolati e l’ordine a Elon Musk

Niente di straordinario, niente di nuovo. Il rientro dei due astronauti a bordo di navicelle SpaceX era previsto da mesi, per essere precisi dallo scorso agosto. L’unico cambiamento effettivo che la comunicazione di Donald Trump porta è la tempistica: Elon Musk ha il compito di riportarli a casa «il più in fretta possibile». Ma proprio questo fattore potrebbe essere particolarmente problematico. Wilmore e Williams hanno raggiunto la Iss la scorsa estate a bordo della Starliner della Boeing, ma improvvisamente una missione di prova di otto giorni si è trasformata in una permanenza di vari mesi. La loro navicella, infatti, ha riscontrato gravi problemi al sistema di propulsione, lasciandoli di fatto “appiedati” nello spazio.

Gli accordi Musk-Nasa precedenti a Trump

La Nasa, a quel punto, ha contattato Elon Musk accordandosi per una «missione di salvataggio» tramite le sue navicelle Crew Dragon. Una di queste è stata spedita proprio verso la Stazione spaziale in settembre, portando nuovi astronauti della missione Crew-9 della Nasa. E questa stessa navicella avrebbe dovuto sganciarsi, con a bordo i due astronauti, a inizio febbraio in direzione Terra. La data programmata, però, è stata poi posticipata a fine marzo su richiesta della stessa SpaceX: l’azienda di Musk aveva infatti ancora bisogno di tempo per «completare l’elaborazione» della nuova Crew Dragon che avrebbe portato in orbita gli astronauti della Crew-10.

I rischi di una missione «accelerata»

Accelerare le procedure porta con sé due rischi. Uno fondamentalmente pratico: se a dicembre la stessa SpaceX non si diceva pronta a un nuovo lancio, un rientro anticipato dei due astronauti significa che la Crew-10 sarà anticipata (nonostante «l’elaborazione» non sia ancora terminata). Altrimenti – ed è il secondo rischio – Wilmore e Williams rientreranno prima dell’arrivo della Crew-10. Questo, però, significherebbe che per qualche settimana sulla Iss lavorerebbe un solo astronauta americano – Don Pettit – contro i quattro russi presenti. Uno squilibrio che la Nasa teme possa inficiare sulla manutenzione dei componenti statunitensi della stazione.




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