Bussola della competitività, da un unico regime fiscale per le imprese Ue al «Buy European»: cosa prevede il piano della Commissione
«Ora abbiamo un piano e una volontà politica». Accolto il grido di allarme di Mario Draghi, la Commissione europea ha alzato il sipario sulla strategia per rilanciare l’industria del Vecchio Continente. Il documento prende il nome di «Bussola della competitività» ed è un vero e proprio piano di azione che punta a colmare il divario con Cina e Stati Uniti e assicurare un ruolo di primo piano all’Unione europea sullo scacchiere globale. «L’Europa ha tutto ciò che serve per avere successo. Ma, allo stesso tempo, dobbiamo affrontare le nostre debolezze per riacquistare competitività», ha scandito Ursula von der Leyen durante la presentazione a Bruxelles. Il documento adottato oggi, ha precisato la presidente della Commissione europea, accompagnerà ogni proposta politica e «trasforma le eccellenti raccomandazioni del rapporto Draghi in una tabella di marcia. Quindi ora abbiamo un piano e abbiamo la volontà politica. Ciò che conta ora sono la velocità e l’unità, perché il mondo non ci sta aspettando».
I tre punti cardinali della «bussola»
Pur trattandosi di una bussola, sono solo tre i punti cardinali che guideranno le politiche di Bruxelles. Il primo è l’innovazione, che include inevitabilmente anche la competizione nel campo dell’intelligenza artificiale. Il secondo è la sicurezza, per far fronte al dominio della Cina nel campo delle tecnologie verdi ma anche alle politiche protezionistiche minacciate dagli Stati Uniti di Donald Trump. Il terzo è la decarbonizzazione, ossia il percorso già intrapreso con il Green Deal per contrastare i cambiamenti climatici e ridurre le emissioni. «La Bussola per la competitività rappresenta la nostra dottrina economica per i prossimi cinque anni», ha spiegato Stephane Sejourné, commissario europeo con delega alla Prosperità e alla Strategia industriale.
Lo «shock semplificativo» e i dubbi degli ambientalisti
Il nuovo corso annunciato oggi da Ursula von der Leyen segue soprattutto una parola d’ordine: semplificazione. «Questa Commissione realizzerà uno sforzo di semplificazione senza precedenti. Per garantire sforzi duraturi e misurabili negli anni a venire, abbiamo fissato obiettivi quantificati ambiziosi per ridurre l’onere di rendicontazione: almeno il 25% per tutte le aziende e almeno il 35% per le Pmi», si legge nel documento adottato oggi dall’esecutivo europeo. Il primo passo arriverà già a fine febbraio con la presentazione della proposta di legge Omnibus per tagliare la burocrazia. A premere per una semplificazione normativa sono soprattutto le imprese e i gruppi politici di destra. BusinessEurope, la più grande lobby corporativa dell’Ue, ha pubblicato per esempio una lista di 68 proposte per «ridurre il carico regolatorio» europeo. Tra i provvedimenti che le aziende chiedono di revocare o modificare ci sono soprattutto quelli legati al Green Deal.
Non è un caso, infatti, che siano proprio alcuni gruppi ambientalisti a criticare la «Bussola della competitività» annunciata dalla Commissione europea. Ai loro occhi, «semplificazione» non è la parola più corretta. Piuttosto, si dovrebbe parlare di deregulation. «Potrebbe essere un precedente molto problematico e il primo passo di un’onda di deregolamentazione in Europa», dice a Politico Tsvetelina Kuzmanova del Cambridge Institute for Sustainability Leadership. Altri esperti sembrano essere meno pessimisti: «La Bussola della competitività colpisce nel segno. L’Europa rischia di restare indietro rispetto alla Cina in importanti tecnologie future: l’eolico e l’industria automobilistica sono gli esempi più evidenti», commenta Linda Karcher, direttrice del think tank Strategic Perspectives. La Commissione europea, in ogni caso, ha assicurato che proseguirà sulla strada tracciata negli anni scorsi. «Non rinunciamo agli obiettivi del Green Deal, che rappresenta un nostro punto di forza unico. Inoltre, dobbiamo dare certezza normativa alle aziende», ha scandito von der Leyen in conferenza stampa.
Clean Industrial Deal, «28esimo regime» e politiche per il «Made in Europe»
La «Bussola della competitività» presentata oggi a Bruxelles contiene anche la proposta di adozione del cosiddetto «28esimo regime legale», una soluzione suggerita nel rapporto di Enrico Letta. In pratica, si tratta di introdurre un regime fiscale europeo ad hoc per le imprese, alternativo a quello dei 27 Stati dell’Unione. Così facendo, le aziende si troverebbero a dover rispettare norme armonizzate e procedure semplificate per fallimenti, diritto del lavoro e regime tributario. Tra gli altri annunci più attesi del 2025 ci sono poi il Clean Industrial Deal, che delineerà tutti gli interventi necessari per accelerare la transizione ecologica, aumentare gli investimenti in tecnologie pulite e far scendere i prezzi dell’energia. Ma anche il Libro bianco sulla difesa, a maggior ragione dopo il ritorno di Trump alla Casa Bianca, e il Piano europeo sull’acciaio caldeggiato dal cancelliere tedesco Olaf Scholz. Tra le iniziative pensate per combattere la «concorrenza sleale» di aziende estere c’è anche la proposta di introdurre «una preferenza europea negli appalti pubblici per settori e tecnologie critici». Una politica che molte testate già hanno ribattezzato con l’espressione «buy European».
L’urgenza di Bruxelles e il nodo dei fondi
«Ciò che è in gioco per l’Europa non è solo la crescita economica, ma il futuro del suo modello.
Se l’Europa non aumenta la sua produttività, rischia di rimanere bloccata su un percorso di bassa crescita, con meno reddito per gli occupati, meno welfare per gli svantaggiati e meno opportunità per
tutti», si legge nella «Bussola della competitività» presentata oggi dalla Commissione. Resta però un problema con cui Bruxelles si trova a fare i conti: da dove arriveranno i soldi necessari a finanziare tutte le iniziative annunciate? Il rapporto Draghi aveva ipotizzato la necessità di almeno 750-800 miliardi di investimenti annui entro il 2030 in Europa, mentre la «bussola» ricorda che ci sono 300 miliardi di risparmi Ue che ogni anno vengono investiti al di fuori dei confini dell’Unione. Il documento presentato oggi non contiene nuove cifre o nuovi impegni economici. Con il nuovo bilancio pluriennale dell’Ue dovrebbe entrare in azione il tanto annunciato «Fondo Ue per la competitività», in arrivo però solo nel 2026.
Tutte le iniziative per rilanciare la competitività europea
Di seguito, tutte le iniziative che saranno annunciate dalla Commissione europea per ognuno dei tre pilastri della «Bussola della competitività».
Innovazione (pilastro 1):
- Strategia su start-up e scale-up (secondo trimestre 2025)
- Strategia europea per le infrastrutture di ricerca e tecnologia (terzo trimestre 2025)
- Adozione del 28esimo regime (2026)
- European Research Area Act (2026)
- AI Continent Initiative (quarto trimestre 2025)
- Strategia sull’AI applicata e strategia sull’Unione dei dati (terzo trimestre 2025)
- Quantum Strategy Ue e Quantum Act (secondo trimestre 2025)
- Biotech Act e Strategia sulle Life sciences
- Advanced Materials Act (2026)
- Space Act (terzo trimestre 2025)
- Revisione delle linee guida per il controllo delle concentrazioni orizzontali (2026)
- Digital Networks Act (quarto trimestre 2025)
Decarbonizzazione (pilastro 2):
- Visione per l’agricoltura (primo trimestre 2025)
- Clean Industrial Deal (primo trimestre 2025)
- Nuovo quadro di aiuti di Stato (secondo trimestre 2025)
- Piano d’azione per acciaio e metalli (2025)
- Pacchetto per l’industria chimica (quarto trimestre 2025)
- Dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica europea (primo trimestre 2025)
- Patto di investimento per i trasporti sostenibili (terzo trimestre 2025)
- Strategia portuale europea (2026)
- Revisione del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (2025)
- Legge sull’economia circolare (quarto trimestre 2026)
Sicurezza (pilastro 3):
- Libro bianco sul futuro della difesa europea (primo trimestre 2025)
- Strategia dell’Unione per la preparazione (primo trimestre 2025)
- Partenariati per il commercio e gli investimenti puliti (2025)
- Legge sui medicinali critici (2025)
- Piattaforma di acquisti congiunti per minerali grezzi critici (secondo o terzo trimestre 2025)
- Revisione degli appalti pubblici (2026)
- Strategia di resilienza idrica (secondo trimestre 2025)
- Piano europeo di adattamento ai cambiamenti climatici (2026)
Altre iniziative annunciate per rilanciare la competitività:
- Semplificazione omnibus e definizione delle Pmi (26 febbraio 2025)
- Strategia per il mercato unico (secondo trimestre 2025)
- Revisione del regolamento sulla standardizzazione (2026)
- Unione europea del risparmio e degli investimenti (secondo trimestre 2025)
- Fondo per la competitività (2025)
- Unione delle competenze (primo trimestre 2025)
- Roadmap per lavori di qualità (quarto trimestre 2025)
- Iniziativa per la portabilità delle competenze (2026)
Foto copertina: EPA/Olivier Hoslet | La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen