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Caso Almasri, l’opposizione blocca Camera e Senato: «Meloni venga in Aula». Bongiorno difenderà i ministri

29 Gennaio 2025 - 15:13 Simone Disegni
Nordio e Piantedosi rinviano l'informativa, il centrosinistra ottiene di bloccare i lavori in Aula fino a martedì 4. La senatrici, che ha già difeso Salvini, nominata anche in questo procedimento

I lavori di Camera e Senato saranno sospesi fino a martedì prossimo: lo hanno deciso le conferenze dei capigruppo dei due rami del Parlamento accogliendo quanto richiesto dalle opposizioni, sul piede di guerra per la cancellazione delle informative dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi sulla vicenda del rimpatrio del generale libico Almasri. I titolari di Giustizia e Interni avrebbero dovuto riferire alle Camere nel pomeriggio di oggi, ma il governo ha fatto saltare tutto ieri sera dopo la notizia dell’iscrizione della premier Giorgia Meloni – oltre che dei due ministri stessi – nel registro degli indagati. «Non andremo avanti con i lavori finché il governo non chiarirà i contorni della vicenda, che non è solo giudiziaria ma essenzialmente politica e molto grave», ha detto il capogruppo del Pd al Senato Francesco Boccia. Il governo aveva ventilato la possibilità che a riferire in Aula venisse, già oggi, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, fa sapere il capogruppo M5s Stefano Patuanelli. Ma la proposta è stata respinta al mittente. Sarebbe venuto «a dirci il nulla probabilmente», spiega Patuanelli, che si chiede come Ciriani potesse venire a dire «cose che non possono dire Nordio e Piantedosi».

Parlamento bloccato, ennesimo rinvio sulla Consulta

«A seguito dell’informazione di garanzia ricevuta, in ossequio alla procedura e nel rispetto del segreto istruttorio, non sarà possibile rendere le informative previste» oggi sul caso Almasri, hanno confermato formalmente in una lettera ai presidente delle due Camere Nordio e Piantedosi. Alla Camera dunque i lavori saranno sospesi dopo il question time di oggi e fino a martedì 4 febbraio, quando è prevista una nuova riunione dei capigruppo. Così come al Senato. Per quel giorno le opposizioni insistono per sapere chi e quando verrà ad informare il Parlamento, prima di riprendere l’attività ordinaria. La richiesta pressante è a riferire in Aula sia la premier stessa: «Noi vogliamo la verità su quanto successo e magari pretenderemmo che la presidente del Consiglio, quando fa i video, dicesse la verità: non è un avviso di garanzia, ma una comunicazione», ha graffiato Patuanelli. In tutto ciò, salta dunque per l’ennesima volta anche la riunione congiunta del Parlamento per l’elezione dei giudizi costituzionali prevista per domani, nodo che le Camere non trovano il modo di sciogliere ormai da mesi, per l’irritazione del Quirinale.

L’audizione al Copasir e il vertice a Palazzo Chigi

Nel frattempo però Nordio un’informativa questa mattina l’ha resa: al Copasir, dove doveva essere ascoltata per un’audizione programmata da tempo. Dove è possibile che i membri del Comitato
gli abbiano chiesto conto anche delle scelte (e mancate scelte) operate dal governo italiano nella vicenda che ha riguardato il super-trafficante di migranti libico. Nordio non ha voluto rilasciare dichiarazioni ai cronisti prima di entrare a Palazzo San Macuto. Altri dei ministri chiave, nel frattempo, si sono diretti invece a Palazzo Chigi, dove la premier Meloni ha convocato in mattinata un vertice ristretto di governo. Tema ufficiale: il «dossier immigrazione». Presenti, secondo quanto risulta, i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il ministro degli Interni Matteo Piantedosi. Ma a Palazzo Chigi è arrivata in mattinata, secondo quanto risulta a Open anche la senatrice della Lega ed esperta avvocata Giulia Bongiorno. Che nel pomeriggio è stata confermata essere l’avvocato nominato da tutti gli indagati. La strategia politico-giuridica per rispondere all’avviso ricevuto da Meloni e dai ministri sarà dunque unitaria.

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