Trump toglie le terapie ormonali alle persone trans e ferma i trattamenti fino ai 19 anni
Limiti all’accesso a ormoni e bloccanti per i bambini e gli adolescenti, esclusione dei trattamenti dalla copertura assicurativa sanitaria. In poche parole sradicare tutto il sistema di assistenza che aiuta la transizione dei giovani transgender. L’ultimo ordine esecutivo del presidente americano Donald Trump, firmato nella giornata di martedì 28 gennaio, segue una serie di misure con il dichiarato scopo di attaccare la cosiddetta «ideologia di genere». E di «ripristinare la verità biologica» dei due soli sessi. Dall’abolizione o limitazione di molte politiche di inclusione fino alla definizione dei soldati transgender come «incompatibili agli standard elevati delle truppe». Numerosissime le critiche di associazioni e medici – «Trump ha le mani sporche di sangue» – che hanno già promesso di impugnare il provvedimento in tribunale
Il testo dell’ordine esecutivo
Uno stop completo ai finanziamenti governativi verso quelle istituzioni e organizzazioni che forniscono terapie di genere – trattamenti ormonali, bloccanti della pubertà e interventi chirurgici su tutti – a chi ha meno di 19 anni. A cui si aggiunge l’esclusione dei trattamenti dalla copertura assicurativa per i membri delle forze armate e per i loro familiari. «Innumerevoli bambini si pentono presto di essere stati mutilati e iniziano a comprendere l’orribile tragedia che non saranno mai in grado di concepire figli propri o di nutrire i propri figli attraverso l’allattamento al seno», si legge nel testo dell’ordine esecutivo con l’ormai tradizionale richiamo al «sesso biologico», uno dei cavalli di battaglia nella campagna elettorale di Trump.
L’abolizione di Obamacare e il blocco alle assicurazioni
Come se non bastasse Trump ha ordinato al Dipartimento della salute di prendere «tutte le misure possibili» per limitare in generale l’accesso a quelle cure, lasciando aperta l’opzione di bloccare i fondi Medicare e Medicaid, i programmi assicurativi governativi per le persone over 65 o di reddito basso. Obiettivo di questo ordine esecutivo sarebbe dunque abolire la Sezione 1557 dell’Affordable Care Act, noto anche come Obamacare, che proibisce alle compagnie di assicurazione di negare la copertura ai pazienti transgender.
I conservatori esultano: «Finalmente sanità mentale»
«Porremo fine alle mutilazioni sessuali infantili», diceva Trump dai palchi dei suoi rally riferendosi alle cure per la transizione di genere. Dalle parole a un atto politico scritto e firmato: «È politica degli Stati Uniti non finanziare, sponsorizzare, promuovere, assistere o sostenere la cosiddetta “transizione” di un bambino da un sesso all’altro». E queste procedure sanitarie sono definite «distruttive e che alterano la vita». Per chi ha sempre visto di buon occhio questa dura opposizione all’«ideologia gender», il presidente americano ha mantenuto la promessa.
«È un rinfrescante ritorno alla sanità mentale», ha esultato lo studio legale conservatore Alliance Defending Freedom. È bene sottolineare, in ogni caso, che la regolamentazione riguardo all’assistenza medica è per lo più di competenza degli Stati singoli. In più della metà di questi i repubblicani hanno approvato leggi o politiche che limitino pesantemente l’accesso a queste terapie. Alcune di queste sono state annullate, bloccate o sono in revisione presso la Corte Suprema, come il caso del Tennessee.
Le proteste delle associazioni: «Trump ha le mani sporche di sangue»
C’è però chi vede in questo ordine esecutivo l’ennesima prevaricazione dei diritti Lgbtqia+ da parte del tycoon. Anche perché – e su questo le principali associazioni mediche americane sono concordi – i trattamenti sono cure protettive che aiutano i giovani transgender a mettersi al sicuro dai rischi di depressione e suicidio. «L’ordine esecutivo sfida la scienza e i fatti e minaccia l’accesso all’assistenza sanitaria essenziale», ha commentato amareggiato Alexis McGill Johnson, presidente della Planned Parenthood Federation of America. «Trump ha le mani sporche di sangue» è il duro attacco della chirurga Marci Bowers. Una cosa è certa: l’ordine esecutivo sarà impugnato in tribunale.