Teen Star, corsi di educazione sessuale improntati sulla castità: polemiche nelle scuole. Il Pd presenta due interrogazioni
Un’educazione sessuale che solleva dubbi, un’associazione che si definisce laica ma che porta con sé un’eredità religiosa, e le lamentele da parte di genitori e studenti. Il Partito Democratico ha deciso di intervenire presentando due interrogazioni parlamentari rivolte ai ministeri dell’Istruzione e del Merito, e della Famiglia e Pari Opportunità. Al centro della questione, i corsi di educazione affettiva e sessuale promossi da Teen Star, un programma che, nonostante le dichiarazioni di neutralità religiosa, è finito più volte nell’occhio del ciclone per i contenuti proposti nelle scuole italiane, soprattutto a Torino e, più di recente, in Veneto. «Abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare e una regionale per chiedere trasparenza e maggiore controllo su queste attività educative», dichiarano in una nota congiunta la deputata Rachele Scarpa e la consigliera regionale Francesca Zottis, entrambe del Pd.
Scarpa (Pd): «Visione non scientifica della sessualità»
«Le nostra interrogazioni sono partite dalla preoccupazione e dalle lamentele di genitori e studenti veneti segnalate al consiglio comunale di San Donà di Piave (Venezia). C’erano state segnalazioni a Torino in passato, ora arrivano anche dalle scuole nel Veneziano e a Caorle, anche dalle elementari. Così abbiamo deciso di intervenire politicamente», spiega Scarpa a Open. L’associazione, prosegue la dem, è finita nel mirino perché «trasmette una visione ideologica e non scientifica dell’educazione sessuale. Propongono la castità come metodo di prevenzione e hanno legami con il mondo ultra conservatore dei Pro Vita». Per questo, «è fondamentale fare luce e chiarezza su questi corsi che entrano nelle scuole. Altrimenti, altro che ideologia gender…», aggiunge con tono provocatorio.
Cos’è Teen Star e perché fa discutere
Teen Star, innanzitutto, è un ente accreditato per la formazione del personale della scuola dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Sul proprio sito ufficiale, si presenta come un metodo educativo innovativo, pensato per accompagnare i ragazzi nelle diverse fasi della crescita con un approccio interattivo fatto di «giochi di ruolo, brainstorming e discussioni di gruppo». L’obiettivo dichiarato, a più riprese, è quello di «non limitarsi a spiegare il funzionamento dei contraccettivi», ma di offrire una formazione più ampia e articolata. «Non è un programma che promuove l’astinenza», ci tengono inoltre a precisare sul sito, «bensì un percorso di conoscenza di sé che permette ai ragazzi di scegliere liberamente ciò che risponde ai propri desideri». Ma la realtà vissuta in alcuni istituti scolastici sembra raccontare una storia diversa. Durante le lezioni, «alcune famiglie hanno percepito una narrazione improntata alla castità come unico metodo valido di prevenzione, con un’impronta vicina a posizioni religiose piuttosto che a un approccio scientifico neutrale. Oltre ai legami noti che hanno con Pro Vita», riferisce Scarpa.
Tra laicità dichiarata e radici religiose
Teen Star, inoltre, non è un’associazione qualunque: il programma è stato fondato negli Stati Uniti dalla suora missionaria e ginecologa Hanna Klaus, figura legata alla «teologia del corpo» elaborata da Giovanni Paolo II. Oggi il metodo è diretto da Pilar Vigil, docente all’Università Cattolica di Santiago e membro della Pontificia Accademia per la Vita. Sebbene l’associazione ribadisca che «alle persone che si formano e diventano tutor del programma non è richiesta alcuna informazione relativa alla propria appartenenza o meno a un credo religioso», la vicinanza con ambienti conservatori è evidente, come nel caso del gruppo Pro Vita che ha definito Teen Star «un esempio di buone prassi di educazione affettiva e sessuale in Italia».
Il precedente di Torino e le proteste delle famiglie
Le polemiche intorno a Teen Star non sono nuove. Già in passato, il programma aveva scatenato reazioni accese, soprattutto a Torino, dove alcuni studenti avevano esposto striscioni contro il corso. «Fuori la Chiesa dalla scuola», recitava una delle scritte, mentre un altro slogan lo definiva «diseducazione sessuale». Ma a preoccupare ancora di più le famiglie era un dettaglio emerso durante le iscrizioni ai corsi: «Nella presentazione del corso ci è stato confermato che si basa sulla “Teologia del corpo” di Giovanni Paolo II e che il programma Teen Star usa comprovate tecniche per insegnare la castità agli adolescenti», avevano denunciato alcuni genitori, tanto da spingerli a ritirare i propri figli per protesta. Nonostante le polemiche, i corsi sono andati avanti e, negli ultimi mesi, le proteste si sono spostate dal Piemonte al Veneto. Da qui la decisione del Partito Democratico di intervenire con interrogazioni politiche e chiedere maggiore «trasparenza e controllo» sulle associazioni che operano nelle scuole.
Le richieste ai ministeri
«I corsi hanno suscitato forte indignazione tra genitori, insegnanti e opinione pubblica, sollevando questioni di trasparenza, rispetto dei principi educativi e dei diritti dei minori», si legge nel testo dell’interrogazione del Pd. «Questi eventi hanno creato preoccupazioni in merito alla sicurezza e al benessere psicofisico degli studenti coinvolti, con interrogativi su come questi corsi vengano selezionati e autorizzati nelle scuole, e sul ruolo che le istituzioni devono svolgere nel garantire che le attività extrascolastiche siano in linea con i valori di inclusività, rispetto e protezione delle pari opportunità». Scarpa e Zottis, dunque, vogliono risposte: «I ministri interrogati sono a conoscenza dei corsi attivati a San Donà di Piave, Caorle e Torino? Quali controlli vengono effettuati sulle attività educative offerte nelle scuole? E soprattutto, ci sono rischi per la salute e il benessere degli studenti?». Domande che nascono, chiariscono le due esponenti del Pd in una nota congiunta, perché «è nostro dovere vigilare affinché le scuole siano luoghi di crescita e rispetto».