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Il Garante della Privacy blocca DeepSeek in Italia. Chat e dati personali, ecco i rischi con l’app di AI cinese

30 Gennaio 2025 - 20:38 Antonio Di Noto
deepseek intelligenza artificiale low cost prezzo
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La società avrebbe fornito risposte «del tutto insufficienti», fa sapere l'Authority. E gli esperti mettono in guardia sui rischi

Il Garante della Privacy ha bloccato DeepSeek in Italia. Le risposte date dalla società cinese che ha sviluppato l’intelligenza artificiale low cost in grado di rivaleggiare con quelle Made in Usa sono state considerate «del tutto insufficienti» dall’Autorità che ha quindi bloccato il trattamento dei dati degli utenti italiani. Scrive il Garante: «Contrariamente a quanto rilevato dall’Autorità, le società hanno dichiarato di non operare in Italia e che a esse non è applicabile la normativa europea». Al momento non è chiaro quali informazioni DeepSeek raccolga in merito ai propri utenti, dove finiscano e a quale livello di riservatezza siano sottoposte. Domande con cui la società cinese è stata interpellata dal Garante. Finché non verrà fatta chiarezza l’Autorità non solleverà il blocco sul chatbot.

Il server di DeepSeek aperto a tutti e il rischio di una fuga di dati

La questione dei dati è particolarmente urgente, e al momento appare simile a quella nata con ChatGPT nel 2023. Anche il bot di OpenAI era stato bloccato temporaneamente in attesa di chiarimenti. Ma i server di DeepSeek sembrano meno sicuri di quelli della concorrenza che vorrebbe sbaragliare. A lanciare l’allarme sono i ricercatori della piattaforma di sicurezza informatica Wiz. Il team di ricerca afferma che le chat degli utenti, la cronologia delle interazioni col sistema e l’accesso a un’ampia fetta del database oltre a dati tecnici sono state trovate in un server liberamente accessibile sul web, senza che sia stato messo in atto alcun meccanismo che impedisca a individui terzi di accedere.

Cos’è DeepSeek e perché fa paura alle big tech occidentali

DeepSeek è il nome della società cinese che grazie all’intelligenza artificiale offre servizi simili a quelli delle big tech occidentali. In particolare, il suo modello di linguaggio si è dimostrato in grado di competere con il rinomato ChatGPT pur essendo stato sviluppato spendendo molto meno di quanto investito da OpenAI. La consapevolezza che i sistemi di AI possono essere realizzati senza investimenti da decine se non centinaia di miliardi di dollari ha causato una rottura nei mercati, con gravi perdite per molte società americane attive nel settore della tecnologia. In particolare per Nvidia, l’azienda che produce i chip che costituiscono il cuore pulsante dei computer che ospitano l’AI.

Le accuse di OpenAI: «Ha rubato il nostro modello»

Da giorni si inseguono gli interrogativi su come gli informatici cinesi siano riusciti in un’impresa che sembrava impossibile, soprattutto senza avere accesso ai processori più avanzati che gli Usa non esportano più verso oriente dal 2022. OpenAI, casa madre di ChatGPT, è arrivata ad accusare DeepSeek di aver violato la sua proprietà intellettuale per allenare l’AI.

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