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Birkenstock li accusa di plagio, il logo Melissa assolto per i «puntini rientranti» nella suola

30 Gennaio 2025 - 09:14 Alba Romano
birkenstock plagio assolti puntini suola
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I giudici hanno restituito ai cittadini cinesi della Chinatown romana oltre 10mila ciabatte sequestrate: «Differenza sostanziale»

Una causa per plagio, quella del colosso delle calzature Birkenstock nei confronti di un piccolo negozio della Chinatown di Roma, che si risolve con un nulla di fatto. O meglio con l’assoluzione perché il fatto non sussiste e con la restituzione di oltre 10mila calzature sequestrate, in tutto e per tutto replica delle celeberrime ciabatte dell’azienda tedesca. Se non fosse per due piccoli dettagli, entrambi nascosti nella suola, che secondo il giudice garantiscono una «sostanziale difformità»: la “ruvidezza” data da alcuni puntini e il logo “Melissa”, presenti solo nelle calzature romane.

Le accuse e il sequestro

Inizia tutto, come scrive l’edizione capitolina di Repubblica, nel marzo 2021. In via Principe Eugenio, a Roma, le forze dell’ordine sequestrano al 36enne Giulio Zhang nove paia di scarpe che all’apparenza paiono una copia spiccicata delle Birkenstock. Ed effettivamente sembrano avere tutti gli elementi che contraddistinguono la calzatura tedesca: il plantare in sughero e lattice, il rivestimento in pelle, il tallone leggermente rialzato, il classico divaricatore delle dita. Poco dopo le forze dell’ordine sequestrano altre 10.636 paia da un magazzino di via Prenestina, gestito dalla zia dell’uomo. I due sono indagati per plagio.

La sentenza di assoluzione: «Non è replica dell’originale»

Eppure, dopo quattro anni, le quasi 11mila “Melissa” tornano nelle mani di Giulio e Chunzue Zhang. Il giudice, infatti, ha rilevato una differenza sufficientemente notevole tra le due calzature da non costituire plagio. «La suola Birkenstock – si legge nella sentenza – è riconoscibile dalla presenza dei tipici elementi figurativi “a forma di osso”, lisci in superficie, che si intrecciano tra di loro seguendo un andamento obliquo rispetto all’asse della suola stessa». Un disegno che è presente anche nelle “Melissa”, dove però è anche caratterizzato «dalla evidente presenza in superficie di numerosi puntini rientranti». Per questo la calzatura non può essere in alcun modo «considerata una fedele replica di quella originale». Anche perché, come ha spiegato il legale dei due, «il disegno della suola non può essere registrato come marchio di fabbrica da parte di Birkenstock».

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