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«Ho subito molestie sessuali più di una volta, non ho mai denunciato»: la rivelazione della candidata rettrice di Torino Laura Scomparin

30 Gennaio 2025 - 14:03 Alba Romano
laura scomparin molestie universita torino
laura scomparin molestie universita torino
«Oggi c'è una consapevolezza diversa, rispetto a tanti anni fa», riconosce la docente di procedura penale

«Ho subito più di una molestia sessuale nel corso della mia vita universitaria». A rivelarlo è Laura Scomparin, candidata rettrice all’Università di Torino. 56 anni, docente di Procedura penale e direttrice scientifica del Master di giornalismo, dovrà giocarsela con i colleghi Raffaele Caterina e Cristina Prandi. Della sua lunga carriera, ha molto da raccontare, anche episodi delicati. Tra questi, diversi casi di molestie. «Molestie anche da parte di colleghi, alcuni sono già andati in pensione. Io, però, non ho mai denunciato. E a distanza di anni, mi sono chiesta: rifaresti la stessa cosa? No, perché ho acquisito una consapevolezza diversa», racconta in un’intervista a Paolo Coccorese del Corriere della Sera. Riconosce che oggi, tra le mura accademiche, c’è una consapevolezza diversa rispetto a quando portava le vesti di studentessa, ma – precisa – «sono ancora tanti i passi in avanti che dobbiamo fare». Tra questi, il problema che ancora troppe donne non se la sentono di denunciare.

Poche denunce

«Le ragioni delle denunce mancate sono molte», premette Scomparin a riguardo. «La prima è la resilienza tipicamente femminile. Si ha l’idea di potercela fare da sole. Poi, la seconda, è che si sminuisce il fatto ritenendolo non abbastanza grave. Come ho fatto io stessa, sbagliando, quando un collega una sera mi ha messo le mani addosso. Oggi ho capito che è stato un episodio grave», commenta. Ma non solo. A suo avviso, conta anche la generale e crescente sfiducia nelle istituzioni. «Sulla capacità di intervento delle forze dell’ordine o di un ateneo, dove in teoria dovrebbero già esistere degli strumenti di protezione, abbiamo ancora tanto lavoro da fare», chiosa.

Gli strumenti e il (poco) personale formato

L’università, nel tempo, ha cercato di intervenire con strumenti di supporto per studentesse e studenti, a partire dall’aumento dei centri di ascolto nei vari campus. Ma, per la candidata rettrice, dovrebbe essere incrementato anche il personale a supporto: «Nei campus, bisogna aumentare il numero di persone formate che possano diventare punto di riferimento per le donne. Se io quella sera avessi avuto il nome e il numero di una, magari le avrei detto cosa mi era accaduto e probabilmente sarei stata aiutata. Quella volta mi limitati a parlarne con alcune persone più strette per cercare un soluzione», conclude.

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