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Sulle «cose sporchissime» del caso Almasri, Bruno Vespa attacca Renzi: «Liberò due italiani servendosi dei miliziani del generale» – Il video

31 Gennaio 2025 - 18:53 Ugo Milano
Prosegue la polemica tra il giornalista e le opposizioni sulle affermazioni durante il talk "Cinque minuti" in merito alla scarcerazione del generale libico

Bruno Vespa continua a difendere la sua posizione, e di riflesso quella del governo Meloni, sulla scarcerazione del generale Najem Osama Almasri, che ha portato all’apertura di un fascicolo sulla premier, i ministri Nordio e Piantedosi e il Sottosegretario Mantovano. Ogni tanto la ragione di Stato prevale sugli accordi internazionali, la difesa dei diritti umani o qualsiasi altra questione è, in sintesi, la posizione del giornalista. Esternata nel suo talk su Rai1, a sostegno dell’esecutivo. E tirandosi poi addosso le critiche delle opposizioni e del sindacato Usigrai. Mentre continuano le accuse al giornalista di essersi comportato da «portavoce di Palazzo Chigi», Vespa non fa passi indietro e attacca ancora.

«In ogni Stato si fanno delle cose sporchissime»

«In ogni Stato si fanno delle cose sporchissime, anche trattando con i torturatori, per la sicurezza nazionale». A distanza di qualche giorno dallo scoppio del caso Almasri, che vede iscritta nel registro degli indagati per peculato e favoreggiamento Giorgia Meloni, in difesa della premier è intervenuto Bruno Vespa. Nel talk show Cinque minuti, in onda ieri giovedì 30 gennaio alle 20.30 su Rai 1, il giornalista ha fatto eco alle parole del capo del Governo, che aveva sostenuto come la scarcerazione di Najeem Osama Almasri chiamasse in causa la «sicurezza dell’Italia».

Il dibattito Bonelli-Sisto e l’intervento di Vespa

Il dialogo, di cinque minuti, con Vespa vedeva come ospiti Angelo Bonelli dei Verdi e Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia. Se per il secondo, come ribadito già dalla premier, l’iscrizione nel registro era «un atto voluto non dovuto», per il primo la liberazione del carceriere libico era un’assurdità. Anche alla luce delle testimonianze di alcune delle sue vittime. Il dibattito – acceso – è stato tagliato corto proprio da Vespa, che però ha preso chiaramente una posizione favorevole al governo: «Quello che le persone dietro la lucetta rossa non sanno e che i parlamentari avvertiti sanno, di tutti i partiti, è che in ogni Stato si fanno delle cose sporchissime, anche trattando con i torturatori, per la sicurezza nazionale». E poi ha ribadito: «Questo avviene in tutti gli Stati del mondo». Linea ad Affari tuoi.

Vespa contro Renzi

Mentre da Enrico Borghi di Italia Viva arrivavano le critiche per l’accaduto, Bruno Vespa ha replicato tirando in mezzo Matteo Renzi e il suo governo, in carica dal 2014 a fine 2016. «A me risulta che i due tecnici italiani Bruno Cacace e Danilo Colonego rapiti (forse dall’Isis) in Libia ai confini con l’Algeria il 19 settembre 2016 (governo Renzi) furono liberati il 5 novembre con l’aiuto della milizia Rada di cui Almasri è il numero 2», dice il conduttore per corroborare la sua posizione, «di Rada si sono serviti tutti i governi successivi per risolvere casi spinosi. Naturalmente si tratta di operazioni riservatissime e si può dire tutto e il contrario di tutto, ma a me questo risulta. Se poi i due tecnici sono stati liberati dalla Befana, mi scuso con il presidente Renzi». E sugli accordi con le milizie libiche e le autorità italiane, ha aggiunto: «Si chieda, sulle “cose sporchissime” che fanno governi d’ogni colore e latitudine, a Marco Minniti e Nicola Latorre che per conto del Pd si sono occupati al più alto livello della sicurezza nazionale. Sul generale Almasri i governi Renzi e Gentiloni sanno certamente qualcosa». Affermazioni che gli hanno attirato anche la replica di Renzi e Borghi, sulla provenienza di informazioni che, se vere sarebbero coperte da Segreto di Stato.

Il comunicato di Usigrai: «Propaganda da regime»

Questa mattina la protesta di Usigrai, che ha diramato un comunicato in cui ha definito le parole di Bruno Vespa «propaganda che sa di regime». «Non può essere il tratto che identifica l’approfondimento giornalistico di Raiuno, così non è informazione». Duro anche il commento del Movimento cinque stelle che ha pure chiosato: «Un consiglio a Bruno Vespa: se proprio ci tiene così tanto a sostenere il governo, faccia il passo definitivo. Si candidi con Fratelli d’Italia. Almeno avremo finalmente chiarezza». Vespa ha però replicato: «All’Usigrai posso solo perdonare l’ignoranza. Mi meraviglia il M5s che ha un presidente premier in due governi. Dovrebbero sapere benissimo che operazioni moralmente discutibili vengono fatte in ogni Stato da governi di ogni colore per ragioni di sicurezza nazionale. Con tutto il rispetto, invece che denunciarmi alla Vigilanza Rai chiedano chiarimenti al Copasir».

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