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La Commissione Ue, la scelta dell’Italia e il caso Almasri: «Importante cooperare con la Corte penale internazionale»

«Il Consiglio europeo nel 2023 ha invitato tutti gli Stati membri a garantire la piena cooperazione con la Corte», dice il portavoce. Bongiorno a palazzo Chigi con Mantovano (ma senza Meloni)

Nessuna accusa diretta all’Italia, ma come spesso accade il portavoce della Commissione Ue, nello scegliere di rispondere ad una domanda sul caso del rimpatrio di Najem Osama Almasri, un segnale – blando come è prassi – lo da: «Il Consiglio europeo nel 2023 ha invitato tutti gli Stati membri a garantire la piena cooperazione con la Corte, compresa la tempestiva esecuzione dei mandati d’arresto», dice il portavoce. «Non spetta alla Commissione europea far rispettare i mandati d’arresto della Corte penale internazionale, ma sosteniamo la Corte, ne rispettiamo l’imparzialità e l’indipendenza», ha sottolineato.

Intanto non è chiaro se ci saranno nuove iniziative da parte della presidenza del Consiglio, dopo l’iscrizione al registro degli indagati di Giorgia Meloni, Alfredo Mantovano, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi per il rimpatrio del trafficante di migranti avvenuto lo scorso 21 gennaio. Inclusa l’ipotesi di apporre il segreto di stato l’intera vicenda, idea prima ventilata e per ora accantonata. In mattinata è arrivata a Palazzo Chigi Giulia Bongiorno, avvocato e senatrice della Lega, che rappresenta tutti gli indagati. Bongiorno ha preferito non rispondere a chi domandava se verranno depositate memorie al Tribunale dei ministri, molto probabilmente ha incontrato Mantovano, ma non Meloni che non è presente nel palazzo oggi.

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