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Natisone, quei 41 minuti persi prima della morte dei tre ragazzi: «Errori a catena nei soccorsi, così si potevano salvare»

31 Gennaio 2025 - 15:47 Ugo Milano
fiume natisone ragazzi dispersi chi sono patrizia cormos
fiume natisone ragazzi dispersi chi sono patrizia cormos
Chiuse le indagini sui quattro operatori della Struttura regionale per le emergenze: «Non geolocarizzarono la chiamata, sbagliarono elicottero»

41 minuti. Tanto è il tempo che passò tra il momento in cui i tre ragazzi investiti dalla piena del fiume Natisone diedero la prima allerta e la loro morte, il 31 maggio 2024. Secondo la procura di Udine quel lasso di tempo sarebbe stato sufficiente per inviare l’elicottero sanitario d’emergenza e trarli in salvo. È quanto emerge dall’avviso di conclusione delle indagini nei confronti di quattro operatori della Struttura Operativa Regionale Emergenza Sanitaria (Sores), depositato oggi. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la prima chiamata per chiedere aiuto fu fatta da una delle vittime alle 13.29. Il decesso per annegamento dei tre ventenni – Patrizia Cormos, Bianca Doros e Christian Molnar – avvenne appunto oltre 40 minuti dopo, alle 14.10 circa. Per questo ora la procura ha formalizzato l’accusa nei confronti dei quattro operatori, tre vigili del fuoco e un infermiere della Sala operativa: «Mediante condotte colpose concorrenti, per imperizia, negligenza e imprudenza, hanno cagionato la morte dei tre ragazzi, sorpresi da una piena improvvisa, mentre si trovavano sul greto del fiume Natisone, che li ha trascinati e uccisi per annegamento».

L’errore fatale dopo la chiamata ai soccorsi

Sotto la lente degli inquirenti non sono i vigili del fuoco che hanno materialmente provato a salvare i tre ragazzi, tra cui un eroico pompiere che si lanciò nella corrente mentre i giovani cercavano di resistere abbracciati al centro dell’alveo, ma quelli che coordinarono l’intervento. Il vulnus primario sarebbe stato compiuto quando, ricevuta la telefonata di richiesta di soccorso, fu «omesso di visualizzare immediatamente le coordinate geografiche del luogo da cui Patrizia Cormos aveva effettuato la telefonata delle 13.29.42, che era il greto di un fiume; di conseguenza, non hanno compreso che, in relazione al punto in cui si trovavano le persone poi decedute, l’intervento di soccorso avrebbe dovuto essere necessariamente effettuato con il velivolo più prossimo al punto in cui si trovavano le persone da soccorrere; omettevano così di chiedere tempestivamente alla Sores Fvg l’intervento in loco dell’elicottero ‘Doppio India’, decollato solamente alle 14.07 circa e giunto in loco alle 14.13 circa, allorché i ragazzi erano stati trascinati dalla corrente da circa 3 minuti». I pompieri allertarono invece l’elicottero Drago dei vigili del fuoco, di stanza all’aeroporto Marco Polo di Venezia.

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