L’ombra di evasione fiscale e riciclaggio dietro i tiktoker di Roccaraso
L’invasione di Roccaraso chiamata via TikTok non è folclore. Ma rischia di diventare un’indagine. Proprio sugli influencer che l’hanno chiamata. La procura di Napoli guidata da Nicola Gratteri ha acceso un faro sui messaggi su TikTok. E sul continuo richiamo alle compagnie, alle agenzie, ai pullman. Il Mattino oggi spiega che la pubblicità apparentemente gratuita degli influencer – tra cui Rita De Crescenzo – può nascondere qualcos’altro. E i reati ipotizzati sono evasione fiscale e riciclaggio.
L’asse Napoli-Roccaraso
I pm hanno acceso un faro sull’asse Napoli-Roccaraso. Si guarda alla gestione di bus, agli interessi di agenzie e compagnie di pullman. «Dobbiamo occupare fino all’ultimo pezzo di neve, mi servono altri due pullman», è il grido di battaglia degli influencer. E ancora: «Non vi preoccupate delle targhe alterne, che riusciamo a risolvere il problema… conosco agenzie e compagnie». Intanto Rita De Crescenzo risulta parte offesa nel corso di un processo che vede sotto accusa il presunto boss del clan Piccirillo a proposito di gestione di boe e ormeggi a Mergellina. Ha denunciato le presunte estorsioni del boss, che pretendeva la restituzione con interessi di prestiti al consorzio titolare delle concessioni.
Il caso De Crescenzo
Non solo. Il quotidiano aggiunge che c’è sempre lei in occasione di due fatti di nera, quando viene consumato un delitto in vico Solitaria (le indagini prendono quota grazie alle immagini fornite dalla nota performer) e dopo un agguato tra babykiller a Santa Chiara (con lo scontro social con un’altra donna). Per questo ora c’è un faro acceso sul fine settimana a Roccaraso. E su quello strano tentativo di aumentare a più non posso i numeri dei presenti.