Valentino Rossi e il momento più pericoloso della sua carriera: «La moto come un proiettile, ho smesso dopo quello»
Valentino Rossi compirà 46 anni il 16 febbraio. Correrà presto la prima gara del campionato GT in Australia. Ma intanto fa il papà di Gabriella e Giulietta: «Latte e i biscotti per Giulietta alle 7.50. Adesso che è arrivata Gabriella è un po’ gelosa, vuole che sia Francesca a portarla all’asilo. Tento di convincerla, dai, vieni con me. Macché. Non è che mi dispiaccia perché così posso tornare un po’ a letto, visto che le notti con una neonata sono un bel circo. Poi ufficio, allenamento. Sera: a casa, a cena con gli amici». E nell’intervista che rilascia a Giorgio Terruzzi per il Corriere della Sera dice: «Pensavo fosse più difficile fare il papà».
Due figlie
Anche se «con due figlie diventa più complicato. All’inizio è semplice perché i neonati, a parte non dormire la notte, non è che pretendano chissà che. Tocca fare il rodaggio. Avevo cucinato gli spaghetti per Giulietta, li avevo lasciati così, lunghi. È arrivata Francesca: ma no, li devi tagliare, altrimenti come fa?». Nelle gare qualche volta ha avuto paura: «In Austria, 2020, la moto di Morbidelli che vola, passa sopra il mio casco come un enorme proiettile impazzito. È stato il momento più pericoloso della mia carriera. Un incidente che ha accelerato la decisione di smettere con le moto perché era fuori dal mio controllo. Poi, quando mi sono rotto la gamba al Mugello nel 2010. Mai provato un dolore così, l’osso fuori dalla pelle, la sensazione che una parte del tuo corpo è staccata dal resto».
Marco Simoncelli
Rossi ricorda Marco Simoncelli: «Cavolo, è appena passato il suo compleanno, 20 gennaio. Eh, molti pensieri che il tempo addolcisce. Mi dico: che peccato non stare vicini, vedere cosa avrebbe combinato il Sic da amico e da avversario, generoso come era. È un rimpianto che resta». Sul matrimonio invece è più tiepido: «Fare dei bambini, per una coppia, è un passo più importante del matrimonio. Però, al punto in cui siamo, ci può stare anche sposarci. Al matrimonio di un amico, i figli già grandicelli hanno portato gli anelli all’altare. Bellissimo. Così mi piacerebbe. Lo dico per prendere tempo: ora che Gabriella possa fare una cosa del genere passa un bel po’».
La fine del divertimento
Anni fa i suoi amici Albi e Uccio chiesero: «Vale, quando finirà questo divertimento?». Risposta: «Mai». «È questo l’obiettivo. Stare e fare insieme a chi vuoi bene. Bello. Le confesso una cosa: tra il 2007 e il 2008 la mia vita è cambiata, ho capito cosa desideravo veramente: stare qui, nei miei posti, con la mia gente. Il problema con il fisco mi ha permesso di comprendere che ero pronto per essere me stesso. Fu un disastro ma anche una fortuna. Dunque, penso si possa continuare a condividere progetti e sogni. Lavorare divertendosi è un vero privilegio».