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Elon Musk ha sostituito Vladimir Putin nella “guerra dei meme”

03 Febbraio 2025 - 14:04 David Puente
La figura del leader russo è stata in parte costruita attraverso vere e proprie campagne iconografiche sui social, oggi riprese dai sostenitori del patron di Tesla e X

Nell’arco dell’ultimo decennio, i meme sono diventati uno strumento chiave nella costruzione e nella manipolazione dell’immagine pubblica dei leader politici e delle figure influenti. Quello che era nato come un mezzo di satira e di intrattenimento si è trasformato in un’arma per rafforzare narrazioni distorte e creare consenso attorno a determinati personaggi, soprattutto politici. Il caso di Vladimir Putin ne è un esempio emblematico, riuscendo a trarre in inganno persino testate giornalistiche, oggi sostituito e largamente superato da Elon Musk.

Uno dei grossi problemi riguarda il fatto che, nel contesto attuale, i meme non vengono percepiti solo come satira o intrattenimento, ma come veri e propri strumenti di persuasione. La loro continua diffusione porta a una polarizzazione sempre maggiore dell’opinione pubblica. Chi già simpatizza per Elon Musk si sente rafforzato nelle proprie convinzioni, mentre chi lo contesta e smentisce certe false narrazioni viene etichettato come parte di un sistema di censura da combattere. Di fatto, i meme sono un0arma di manipolazione digitale dell’opinione pubblica, capace di influenzare la percezione della realtà attraverso contenuti apparentemente innocui, distruggendo il dibattito critico e informato sui fatti reali.

Il nuovo “idolo dei meme” Elon Musk

Oggi, il nuovo volto della guerra dei meme è senza dubbio Elon Musk. Sui social media circolano quotidianamente immagini che lo ritraggono come un paladino della libertà di parola e come un nemico dichiarato della cosiddetta “cultura woke”. In questi post, pubblicati da pagine social legate ad alcuni siti internet con l’obiettivo di monetizzare attraverso i banner pubblicitari, Musk viene spesso contrapposto a figure percepite come simboli del progressismo o associato a personaggi dipinti come “anti woke” suoi sostenitori.

Tra gli esempi più recenti possiamo citare la falsa narrazione di Richard Gere che avrebbe fatto causa a Musk per avergli fatto perdere importanti contratti costringendo l’attore a lasciare gli Stati Uniti.

Un’altra falsità riguarda un fantomatico finanziamento di tre miliardi di dollari per un inesistente studio cinematografico “anti Woke” ideato da Mel Gibson e Mark Wahlberg.

Tra le bufale più recenti troviamo quelle dei lavoratori senzatetto di Tesla, storie strappalacrime che però non trovano riscontro in alcun media americano. L’unico a riportare le fantomatiche notizie, accompagnate da immagini generate dall’Intelligenza Artificiale, è il sito amatoriale Luxury Blog, lo stesso che ha pubblicato la falsa notizia su Richard Gere.

Queste narrazioni non si basano sulla verità, ma su una costruzione studiata per rafforzare il mito del miliardario visionario, indipendentemente dai fatti reali. Non a caso, Elon Musk è una delle figure più sfruttate nelle truffe online, con l’obiettivo di convincere gli utenti a investire i propri risparmi in attività falsamente promosse dal proprietario di Tesla e X.

La figura di Putin attraverso i meme

In passato, la figura di Putin è stata oggetto di una vera e propria campagna iconografica sui social media attraverso Meme e post contenenti citazioni false (come quelle sui musulmani), eventi mai accaduti e immagini manipolate hanno diffuso l’idea di un leader forte, autorevole, uomo di fede e di “buon senso”. Questa narrazione ha trovato terreno fertile soprattutto tra chi già nutriva simpatia per il presidente russo, rafforzando il proprio sostegno fino a diventare incondizionato.

L’obiettivo di questa strategia è proprio quello di costruire un’immagine granitica del leader, presentandolo come un baluardo contro il decadimento occidentale e le sue presunte derive progressiste. Questo tipo di narrazione, basata su contenuti virali e facilmente condivisibili, si è rivelata estremamente efficace nel rafforzare il consenso tra specifici gruppi di utenti, anche a favore di ben precisati politici italiani come Matteo Salvini.

La guerra dei meme nelle elezioni americane del 2016

Il fenomeno della manipolazione dell’opinione pubblica attraverso i meme non si è fermato alla Russia. Durante le elezioni presidenziali statunitensi del 2016, i social network sono stati invasi da meme contro Hillary Clinton e a favore di Donald Trump, molti dei quali contenenti palesi fotomontaggi e affermazioni false o decontestualizzate.

Il linguaggio semplice e l’impatto visivo immediato hanno reso questi contenuti strumenti potentissimi per influenzare la percezione degli elettori.

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