Sanremo 2025, Carlo Conti e l’annuncio definitivo: «Niente monologhi al Festival». E poi: «Fedez e Tony Effe? Scelti prima del dissing»
Ospite di Supernova, il podcast di Alessandro Cattelan, il direttore artistico del Festival Carlo Conti racconta curiosità e dettagli sulla preparazione del Festival di Sanremo 2025, al via l’11 febbraio. «Con Sanremo un colpo di tosse diventa un terremoto, ma è la bellezza del festival», dice il conduttore, chiacchierando con Cattelan che lo affiancherà nella serata finale del 15 febbraio e condurrà il “Dopofestival”. «È come quando gioca la Nazionale ai mondiali, tutti diventiamo ct, conduttori, direttori artistici, vogliamo dire la nostra – continua -. Ma mentre il commento prima si faceva il giorno dopo al bar, adesso con i social è in tempo reale». Conti ribadisce, però, di vivere «con grande serenità» l’attesa. «Non vedo l’ora di essere lì: penso a divertirmi, la responsabilità che sento è la scelta dei brani dei Big». Che la kermesse stesse cambiando, «l’ho capito – ribadisce Conti – quando ho condotto la mia ultima edizione, nel 2017: la settimana dopo non era importante quante copie avesse venduto Occidentali’s karma, ma le visualizzazioni, 1 miliardo, su YouTube». E poi ancora: «Ai miei tempi nelle radio private, se tutto andava bene, di canzoni del festival ne passavamo due».
Le co-conduzioni
Quanto alle co-conduzioni del Festival, «mi è sembrato più bellino cambiare, in modo da avere ogni sera elementi di discussione e commento», dice ancora Conti. «Cerco di essere al passo con scelte musicali, il gusto, il ritmo, e di solito ce l’ho, evitando le cose un po’ lunghe. I monologhi sono un po’ passati, non li faremo», anche perché, precisa, «un argomento lo puoi trattare anche in modo velocissimo, basta una parola o un gesto, può essere più incisivo che parlarne per 10 minuti. Ho la fortuna di fare il mestiere che sognavo fin da ragazzo, quando nelle radio private c’era solo il microfono e il giradischi… Non mi sono dato obiettivi, ho lasciato che ogni cosa arrivasse in maniera naturale, costruendo in maniera serena la carriera. Gli ascolti? Ormai li guardo alle 11. Alle 10 guardo quelli di Dalla strada al palco e Ora o mai più, nati da idee mie e del mio gruppo di lavoro», assicura.
Fedez e Tony Effe
La moglie e il figlio Matteo raggiungeranno Conti in Riviera per la settimana del festival, «ma il mio bimbo mi ha già detto: ti aspetto in albergo, così almeno mi metto in pigiama». Per quanto riguarda invece le polemiche: «Cerco di prenderle con leggerezza», ripete, pur ricordando quella sui compensi in occasione del suo ultimo festival: «Decisi di devolvere una cifra importante alla protezione civile, ma aspettai l’ultima conferenza stampa per dirlo». Quanto agli imprevisti, «Bugo che se ne va? Meglio se non succede, meglio se non succede John Travolta, Blanco…». Fedez e Tony Effe? «Li ho scelti molto prima» del dissing. «Se li ho chiamati? No, sono persone intelligenti, canteranno e basta». Lo spaventa l’idea di diventare un meme? «Assolutamente no, ci rido sopra». E non lo stancano le battute sull’abbronzatura: «Ci ho costruito metà della carriera su questa cosa. Panariello non avrebbe fatto metà delle battute di Mario il bagnino!». Unico rimpianto, non potere avere accanto a sé «un amico che ci ha lasciato troppo presto, Fabrizio Frizzi».
Foto copertina: ANSA / Riccardo Antimiani | Carlo Conti con Alessandro Cattelan durante la conferenza stampa di presentazione di Sanremo Giovani, 11 novembre 2025