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L’amico di Ramy Elbaml che guidava lo scooter a processo immediato, Fares Bouzidi accusato di resistenza a pubblico ufficiale

03 Febbraio 2025 - 13:10 Redazione
ilaria salis corteo corvetto rami elgaml milano
ilaria salis corteo corvetto rami elgaml milano

Si terrà il prossimo 18 aprile al Tribunale di Milano il processo con rito immediato nei confronti di Fares Bouzidi, il 22enne tunisino accusato di resistenza a pubblico ufficiale e che era alla guida dello scooter che nella notte tra il 23 e il 24 novembre scorso si è schiantato a Milano al termine di un inseguimento con i carabinieri. Nell’incidente è morto Ramy Elgaml, 19 anni, che era in sella al motorino guidato dall’amico.

L’indagine sull’inseguimento

Una proroga di tre settimane, e dunque fino a fine febbraio, per il deposito in Procura della consulenza cinematica e dinamica su quanto avvenuto il 24 novembre scorso, quando è morto Ramy in sella allo scooter guidato dall’amico 22enne, nel corso di un inseguimento di otto chilometri da parte dei carabinieri, fino all’angolo tra viale Ripamonti e via Quaranta, a Milano. La proroga è stata richiesta dal consulente Domenico Romaniello, l’ingegnere nominato nelle indagini coordinate dal procuratore Marcello Viola, dall’aggiunta Tiziana Siciliano e dai pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini. Da quanto si è saputo, il consulente dei pm ha chiesto e ottenuto più tempo, con la proroga del termine che era fissato in questi giorni, per ulteriori analisi e in particolare sul palo del semaforo all’angolo tra le due vie.

Le ipotesi sulla morte di Ramy

Dai filmati, acquisiti nelle indagini, pare che il 19enne possa essere rimasto schiacciato tra l’auto e il palo del semaforo, perché la macchina e lo scooter, come si vede nelle immagini, si sono schiantate quasi nello stesso punto. La consulenza dovrà stabilire se ci sia stato o meno un urto tra l’ultima macchina inseguitrice dei carabinieri e lo scooter nelle fasi finali dell’inseguimento. In una prima relazione della Polizia locale si era parlato dell’urto, a cui ha fatto riferimento, poi, anche Bouzidi nell’interrogatorio dell’arresto per resistenza, parlando di una “spinta da dietro”. In una annotazione conclusiva, poi, la Polizia locale faceva riferimento solo ad un urto laterale nelle fasi precedenti e parlava della vittima «in fase di caduta al suolo» mentre la vettura sarebbe sopraggiunta «in frenata».

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